(Rinnovabili.it) – Ancora ritardi nel recepimento della Direttiva sull’efficienza energetica. Italia, Grecia, Portogallo e Bulgaria hanno ricevuto questa mattina l’ennesima richiesta da parte della Commissione Europea, che le sollecita a comunicare e notificare le rispettive misure di attuazione legate al disposto della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia.
Le richieste erano chiare: entro il 9 luglio 2012 tutti gli Stati membri avrebbero dovuto recepire la direttiva 2010/31/UE all’interno della propria legislazione nazionale, stabilendo e applicando requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurando la certificazione delle prestazioni energetiche, mettendo inoltre a regime un sistema di controllo univoco per l’ispezione regolare dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento. Tra i ritardatari che non hanno ne saputo ne voluto aggiornarsi per tempo, troviamo purtroppo anche l’Italia.
Già ad aprile del 2012, la Commissione Europea decise di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia, per il mancato recepimento addirittura della Direttiva 2002/91/CE, già sostituita dall’attuale direttiva 2010/31/UE.
La direttiva fa obbligo inoltre agli Stati membri di assicurare che, entro il 2021, tutti i nuovi edifici rientrino nella categoria dei cosiddetti “edifici a energia quasi zero”. Se i quattro Stati membri non ottempereranno al loro obbligo legale entro due mesi la Commissione può decidere di deferirli alla Corte di Giustizia.