(Rinnovabili.it) – Quali sono i benefici economici legati agli ecobonus? Quali tipologie di interventi sono caratterizzate dal miglior costo efficacia? Qual è l’apporto delle detrazioni IRPEF del 65% al mondo dell’occupazione? Queste ed altre domande trovano risposta nel nuovo rapporto Enea, documento dedicato agli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Sono passati 10 anni da quando il governo italiano ha lanciato i primi ecobonus per il retrofit energetico (con il Decreto Edifici del 2007). Oggi la misura è rinnovata di anno in anno, con un percorso quasi a singhiozzo. L’ultima proroga concessa, con la legge di stabilità 2017, ha esteso le detrazioni fino al 31 dicembre 2017, con un’unica eccezione “temporale” concessa ai condomìni per i quali la scadenza è fissata al 31 dicembre 2021.
E mentre va avanti il dibattito sulla necessità o meno di rendere strutturale questa tipologia di incentivi, c’è chi dimostra, dati alla mano, risultati e benefici degli ecobonus 65%. Dal Rapporto Enea emerge che in questi dieci anni il meccanismo ha permesso di effettuare 3 milioni di interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti, investendo nel comparto edilizio 32 miliardi di euro. “Tali interventi – spiega presidente dell’ENEA Federico Testa – hanno consentito di contenere la grave crisi economica attraversata dal settore delle costruzioni (imprese edili, produttori di materiali), che ha conosciuto un calo del 30% degli investimenti negli ultimi anni”.
Ecobonus: rapporto costo-efficacia degli interventi
Dei tre milioni di interventi, un terzo è stato realizzato solo negli ultimi tre anni, con un risparmio di 3.300 GWh/anno. Nel periodo 2014-2016, oltre la metà di essi ha riguardato la sostituzione di serramenti, seguiti dalla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (20% degli interventi) e dalla installazione di schermature solari (11,9%).
“Gli interventi eseguiti nel 2016 – si legge nel report – hanno permesso un risparmio di oltre 1.100 GWh/anno, associabili in particolare alla sostituzione di serramenti (oltre il 41%) e alla coibentazione di solai e pareti (oltre il 26%), tipologie di interventi che, insieme alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio, risultano essere caratterizzate dal miglior costo efficacia, con un costo sostenuto tra i 9-12 centesimi di euro per ogni kWh di energia risparmiato durante tutta la vita utile dell’intervento”.
Ecobonus e occupazione
Per quanto riguarda una stima dell’impatto occupazionale, nell’ultimo quadriennio 2013-2016 gli investimenti incentivati (sia per la riqualificazione energetica che per il recupero edilizio) hanno generato complessivamente circa 270mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400mila considerando anche l’indotto. “Tutto ciò -aggiunge il presidente Testa – ha comportato la valorizzazione degli edifici, che hanno incrementato la quotazione di mercato grazie agli interventi di efficienza energetica. Diversi studi hanno stimato un incremento di prezzo del 6% che gli acquirenti sarebbero disposti a sostenere per un immobile riqualificato energeticamente”.