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Ecobonus 65%: molto efficace, ma perché così breve?

Ecobonus 65%La conferma delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, fino al 31 dicembre 2013 per i singoli interventi e fino al 30 giugno 2014 per gli interventi sulle parti comuni dei condomìni o su tutte le unità immobiliari dei condomini, e l’innalzamento dell’aliquota al 65%, contenute nel DL 4 giugno 2013, n. 63, stanno per essere definitivamente convertite in legge dal Parlamento (la scadenza è fissata al 5 agosto).

 

Per le Associazioni industriali, i portali, e le Associazioni ambientaliste, che fin dalla genesi del 55% nel 2007, hanno creduto nell’efficacia di questo provvedimento, è stata una buona notizia da festeggiare, ma solo per un attimo.

Infatti, la drammatica situazione economica in cui versa il paese e in particolare l’intero comparto delle costruzioni, ci inducono a ritenere questa ennesima conferma parziale come un blando palliativo in grado di rendere meno vorticoso il crollo di tutti gli indicatori economici. Già nel 2012, infatti, i dati Enea hanno manifestato un crollo verticale degli interventi che hanno beneficiato del 55%e la medesima tendenza, se possibile con un’ulteriore accelerazione, è riscontrabile nei primi sei mesi del 2013.

Il 55% prima e il 65% ora rispondono appieno alla necessità di riqualificare energeticamente uno dei patrimoni immobiliari più vecchi, frazionati ed energivori d’Europa.

Un patrimonio che vale 4,8 miliardi di euro ma che è drammaticamente vecchio e inadeguato: in media più di 30 anni di età per edificio, con 10  milioni di unità realizzate tra il 1946 e il 1971. Le case italiane sono «vampiri» che perdono chilowattora a volontà e ogni anno dilapidano 46,9 milioni di tonnellate di petrolio. Ma c’è di più: quasi l’80% delle famiglie è proprietaria dell’alloggio che abita e sugli immobili di proprietà dei soggetti diversi dalle persone fisiche i dati mostrano che l’82% della proprietà di tali soggetti, misurata in termini di rendita catastale, si concentra in soggetti micro, piccoli e medi. Questi dati dimostrano il grande frazionamento del patrimonio immobiliare residenziale italiano caratterizzato nella maggioranza da proprietari-utilizzatori e in quota minoritaria da piccoli proprietari che offrono la propria unità immobiliare in locazione.

Ma la continua incertezza riguardo alla stabilizzazione nel tempo delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica, unita a due pesanti limitazioni dell’attuale normativa (la poco allettante possibilità di spalmare le detrazioni in ben dieci annualità fiscali e l’esclusione dai benefici dei cosiddetti “beni non strumentali”, ovvero il patrimonio immobiliare di proprietà delle real-estate) rischiano di vanificare la virtuosità del provvedimento.

Per questo, sarà molto importante che già da settembre chi ha a cuore le sorti del 65% e di un’edilizia ecosostenibile inizi una campagna di sensibilizzazione di Governo e Parlamento affinché le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici siano stabilizzate almeno fino al 2020, offrendo, in questo modo, una reale opportunità per rendere significativamente meno energivoro il nostro patrimonio immobiliare.

Uncsaal e le sue Aziende saranno ancora in prima fila e con noi, siamo certi, lo saranno tutti i lettori di Rinnovabili.it.

 

Pietro Gimelli – Direttore generale Uncsaal

 

 

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