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C’è l’accordo sulla Direttiva EPDB: edifici a energia quasi zero al 2050

Semaforo verde per la nuova direttiva sull'efficienza energetica negli edifici. Modificata la proposta iniziale nei capitoli riguardanti l’elettromobilità e le strategie nazionali

edifici energia quasi zero

 

Tre sì per un futuro di edifici a energia quasi zero

(Rinnovabili.it) – Raggiunto l’accordo politico sulla direttiva Efficienza Energetica negli Edifici (Direttiva EPDB). Al terzo round negoziale, i rappresentati di Commissione Europea, Europarlamento e Consiglio dell’UE hanno trovato quell’intesa necessaria rendere finalmente realtà le nuove norme sul rendimento energetico degli immobili. Un’intesa non facile, tuttavia, che ha richiesto continue limature ed aggiustamenti del testo. Il risultato finale non soddisfa in pieno Bruxelles ma permette di iniziare il percorso di miglioramento del patrimonio edilizio europeo.

 

La direttiva EPDB, uno degli otto provvedimenti legislativi del “Pacchetto energia pulita”, definisce i nuovi standard comunitari e le misure per incrementare l’efficienza energetica del settore. L’obiettivo finale è dotare, entro il 2050, tutto il parco immobiliare europeo dell’etichetta NZEB (Near Zero Energy Building – edifici a energia quasi zero). “La lotta contro il cambiamento climatico inizia  ‘a casa’ dato che oltre un terzo delle emissioni dell’UE è prodotto dagli edifici”, ha commentato a margine dell’accordo il vicepresidente responsabile per l’Unione dell’energia, Maroš Šefčovič. Non è solo il conteggio delle emissioni ad aver determinato la necessità di nuove norme: il settore è attualmente responsabile del 40% del consumo di energia nell’Unione Europea.

 

 

Cosa prevede la nuova direttiva Efficienza Energetica negli Edifici (EPDB)

Punto centrale dell’accordo, le strategie di ristrutturazione a lungo termine che tutti gli Stati Membri dovranno mettere in atto. Tali strategie, che entreranno a far parte dei piani nazionali integrati in materia di energia e clima, si concentreranno sulla realizzazione di nuovi investimenti per il rinnovamento del patrimonio edilizio con l’obiettivo di raggiungere alta efficienza energetica e zero emissioni entro il 2050. I piani nazionali dovranno includere obiettivi per il 2030 e il 2040 e definire degli “indicatori di progresso misurabili” come i tassi di rinnovamento o un limite massimo di consumo energetico per metro quadrato. Ma le misure effettive saranno interamente a carico dei governi nazionali.

 

Altro capitolo cruciale quello inerente l’elettromobilità. La proposta iniziale dell’esecutivo prevedeva che tutti gli edifici non residenziali (uffici, centri commerciali, etc.) con più di 10 posti auto includessero punti di ricarica. Gli eurodeputati e gli Stati membri preferivano invece un obbligo riguardante solo la cablatura e non  le colonnine vere e proprie.  Secondo la bozza di accordo, l’intesa raggiunta offre una sorta di via di mezzo: dovranno essere dotati di almeno il 20% di pre-cablaggio e almeno una stazione di ricarica.

 

Per raggiungere l’obiettivo di edifici a energia quasi zero, la direttiva EPDB incoraggia anche l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e di quelle intelligenti per garantire che case, stabili e fabbricati funzionino in modo efficiente, ad esempio installando sistemi domotici; introduce inoltre un “indicatore di intelligenza” che misurerà la capacità degli immobili di utilizzare nuove tecnologie e sistemi elettronici per ottimizzarne il funzionamento e interagire con la rete. “Come primo accordo su una proposta del pacchetto Energia pulita – ha commentato il commissario Miguel Arias Cañete –  questo è un passo nella giusta direzione, ma avrei preferito vedere un impegno più ambizioso peri punti di ricarica veicoli negli edifici non residenziali, sarebbe stato più coerente con i nostri impegni previsti dall’accordo di Parigi e dalla strategia europea per la mobilità pulita”.

 

Il testo della direttiva dovrà ora  essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, quindi sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore dopo 20 giorni. Gli Stati membri dovranno recepire i nuovi elementi della direttiva nella legislazione nazionale dopo 18 mesi.