Rinnovabili

Direttiva efficienza, il tradimento della Germania e il ricatto UK

(Rinnovabili.it) – I negoziati sulla nuova direttiva europea sull’efficienza energetica compiono alcuni passa avanti, facendo ben sperare sui tempi di emanazione. I mediatori sembrerebbero essere “molto ottimisti” sulla possibilità di raggiungere un accordo sul progetto dopo gli ultimi colloqui svoltisi oggi tra la Commissione, Parlamento e Consiglio europeo. La partita che si sta giocando ormai da mesi vede da una parte schierati i Ventisette, che attraverso il Consiglio hanno tentato di dimezzare l’ambizione della normativa, e dall’altra Strasburgo che ha sempre cercato di alzare il tiro.

“Ieri abbiamo impedito alla direttiva di esplodere”, ha confidato ad Euractive l’eurodeputato Claude Turmes, responsabile dei negoziati per conto del Parlamento. “L’abbiamo salvata portando il governo francese ad andare contro la Germania; ci siamo riusciti e da ora in poi il documento può andare avanti”.

Tra i paesi membri infatti, le posizioni cambiano da caso a caso. C’è chi come Finlandia, Portogallo, Spagna, Estonia, Slovacchia e Paesi Bassi, spaventato da vincoli troppo stringenti e di conseguenza dagli alti costi che la misura comporterebbe, appare riluttante. E c’è chi addirittura, come afferma Turmes, “sta boicottando i negoziati”. Il riferimento è quello alla Germania, a quanto pare in aperta opposizione ad alcuni dei capisaldi della bozza che, ricordiamo, prevede un tasso di retrofit energetico degli edifici pubblici del 3% l’anno e l’obbligo per i rivenditori di energia di ridurre drasticamente le proprie vendite alle famiglie dell’1,5% annuo.

Anche il Regno Unito, confida l’eurodeputato, starebbe indebolendo la direttiva, articolo per articolo, chiedendo ambizioni ridotte in cambio della cooperazione di Londra sul disegno di legge. “Siamo stati traditi dalla Merkel e siamo tutti i giorni tenuti sotto ricatto da Cameron e Osborne”.  In realtà l’attuale compromesso permetterebbe di conseguire solo il 14,5% di risparmio energetico entro il 2020 rispetto a quel 20% voluto da Bruxelles. Il Parlamento europeo è deciso però a non “mollare” prima d’aver raggiunto almeno la soglia del 15%. Per superare l’ostacolo Turmes ha chiesto all’esecutivo di presentare nuove e innovative proposte.

Exit mobile version