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Direttiva efficienza energetica, nuovi target annuali vincolanti

Direttiva efficienza energetica
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Le principali novità incluse nella Direttiva Efficienza Energetica dell’Unione europea

(Rinnovabili.it) – Per raggiungere la neutralità climatica l’Unione europea non dovrà solo “ripulire” la propria domanda energetica. Gli Stati membri hanno necessariamente bisogno di consumare meno e meglio. Ecco perché nel pacchetto Fit for 55 presentato in questi giorni dalla Commissione Europea, è stato inserito anche l’aggiornamento della Direttiva Efficienza Energetica (Energy Efficiency Directive – EED). La proposta, che inizierà a breve la trattazione presso l’Europarlamento e il Consiglio dell’Unione, alza l’impegno comunitario al 2030. E lo fa attraverso una serie di meccanismi noti e nuovi target. 

Le rinnovabili sono le vistose protagoniste del Green Deal. Ma l’efficienza energetica è l’eroe non celebrato senza il quale nulla potrebbe essere realizzato”, commenta la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson. “Tutto quello” presentato nel pacchetto Fit for 55 “diventerà impossibile o quantomeno molto difficile, se non riduciamo la quantità di energia consumata. Essere più efficienti ridurrà immediatamente le nostre emissioni, allevierà la pressione sull’ambiente e ridurrà la necessità di energia e altre risorse per sostenere il nostro stile di vita. L’efficienza energetica non solo consente una transizione verde, ma la rende anche giusta […] ci consente di tagliare le bollette e affrontare la povertà energetica. Ecco perché proponiamo di aggiornare la nostra direttiva”.

I nuovi target della Direttiva sull’Efficienza energetica

IMPEGNO 2030 – Il passaggio iniziale riguarda l’obiettivo di risparmio energetico al 2030 e i progressi richiesti per raggiungerlo. La vecchia versione del provvedimento – quella attualmente in vigore – prevede che entro fine decennio l’Unione europea raggiunga collettivamente un target di risparmio del 32,5% sull’energia impiegata. Ma per garantire, per la stessa data, una riduzione delle emissioni climalteranti del 55%, Bruxelles ha alzato l’ambizione. L’EED propone di ridurre l’uso dell’energia comunitaria di almeno il 9% entro il 2030 rispetto allo scenario di riferimento del 2020. Ciò equivale ad un taglio, rispettivamente, del 39% sui consumi di energia primaria  e del 36% su quelli finali. I Ventisette contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’UE attraverso contributi nazionali indicativi basati su parametri di una combinazione di criteri, che riflettono le circostanze di ciascun paese. Questi includono l’intensità energetica e il PIL pro capite.

OBIETTIVI ANNUALI – Una delle grandi modifiche apportate dall’esecutivo UE è trasformare il percorso verso il 2030 in una serie di nuovi obiettivi vincolanti annuali con cui raggiungere la fine del decennio. Una misura che dovrebbe scongiurare il pericolo di ritardi e insuccessi. Nel dettaglio gli Stati membri saranno tenuti a realizzare nuovi risparmi sul consumo finale di energia di almeno l’1,5% ogni anno dal 2024 al 2030, rispetto all’attuale 0,8%. Qualora i Paesi fossero sono in ritardo con i propri contributi nazionali, verranno attivati “meccanismi per colmare le lacune”. Per non mancare la meta sono importanti anche competenze e figure specialistiche di settore. Ecco perché la proposta di aggiornamento include requisiti di valutazione più rigorosi per il knowhow tecnico.

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EDD, più attenzione alla povertà energetica

SETTORE PUBBLICO – La nuova Direttiva Efficienza Energetica promuove il settore pubblico a modello per imprese e cittadini. Per questo comparto e le sue attività  – istruzione, servizi sanitari e sociali, trasporti pubblici, fornitura e trattamento dell’acqua e illuminazione stradale – prevede un obbligo specifico di riduzione annua dei consumi dell’1,7%. Non solo. La modifica impone agli Stati membri di rinnovare sotto il profilo energetico, ogni anno, almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione a tutti i livelli. Gli enti dovranno inoltre tenere sistematicamente conto dei requisiti di efficienza energetica nei loro appalti pubblici di prodotti, servizi, edifici e lavori. E promuovere l’uso di contratti di prestazione energetica in particolare per i grandi immobili non residenziali (oltre 1.000 m2 ) da ristrutturare. 

DALLA PARTE DEI CITTADINI –  I Ventisette dovranno garantire che una quota specifica del risparmio energetico sia concentrata sulla fascia più fragile della società. In questo contesto potranno richiedere alle “parti obbligate” –  gestori delle reti di trasmissione, distributori di energia, venditori di energia al dettaglio e distributori o rivenditori di carburanti per il trasporto – di attuare parte del loro risparmi obbligatori focalizzandosi su cittadini in condizioni di povertà energetica, clienti vulnerabili e quanti vivono negli alloggi sociali. I Paesi dovranno anche adottare misure tempestive ed efficaci per il miglioramento dell’efficienza energetica, affrontando eventuali effetti distributivi derivanti dall’applicazione dell’Emission Trading System agli edifici. E istituire sportelli unici in cui i consumatori possano ottenere informazioni e assistenza su come e perché risparmiare energia.

In tema di riqualificazione edilizia, la bozza EED richiede ai paesi dell’UE di mettere in atto misure di protezione dei consumatori e di sensibilizzazione. E di sostenere un dialogo multilaterale tra le organizzazioni di proprietari e locatari, quelle dei consumatori, le comunità rinnovabili, le comunità energetiche dei cittadini e le autorità locali e regionali. 

GESTIONE ENERGETICA – Gli Stati membri dovranno provvedere affinché le imprese con un consumo medio superiore a 100 TJ/anno, attuino un sistema di gestione dell’energia. Sistema che richiederà una certificazione indipendente secondo le pertinenti norme europee o internazionali.

Leggi qui il testo della nuova direttiva europea sull’efficienza energetica

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