Il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato oggi le norme per il risparmio energetico dell'Unione Europea nel decennio 2021-2030, concludendo l'iter di aggiornamento della EED
Fissato un obiettivo giuridicamente vincolante di riduzione dell’11,7% del consumo finale di energia
(Rinnovabili.it) – Via libera alla nuova Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED). Dopo l’accordo tra i legislatori raggiunto a marzo di quest’anno, si sono svolte le votazioni definitive. E oggi il Consiglio dell’UE ha scritto la parola fine all’iter legislativo, con l’adozione ufficiale. Un passaggio accolto con soddisfazione dall commissaria europeo per l’Energia, Kadri Simson. “Un’altra pietra miliare è stata raggiunta oggi verso il completamento degli obiettivi di Fit For 55. La nostra maggiore ambizione e misure più rigorose in materia di efficienza energetica accelereranno la transizione energetica”.
Il provvedimento ora è pronto per la pubblicazione in Gazzetta, con l’obiettivo di entrare in vigore 20 giorni dopo. Ovviamente essendo una direttiva, ogni Stato membro dovrà recepire nel proprio ordinamento le prescrizioni dell’EED, processo lungo e dai risultati non scontati.
Direttiva Efficienza Energetica 2023, l’obiettivo primario
La nuova Direttiva sull’Efficienza Energetica faceva parte del ricco pacchetto “Fit for 55” proposto dalla Commissione europea a luglio 2021. Il testo è nato dall’esigenza di aggiornare le attuali norme in materia (l’EED del 2018), che prevedevano che per la fine del decennio il raggiungimento di un target di risparmio collettivo del 32,5% sull’energia impiegata.
Il nuovo testo alza l’ambizione e gli sforzi, imponendo a Ventisette di garantire a livello comunitario una riduzione del consumo di energia finale di almeno l’11,7% rispetto alle previsioni della domanda 2030 formulate nel 2020. Ciò si traduce in un limite massimo al consumo di energia finale dell’UE pari a 763 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio) e di 993 milioni di tep per il consumo di energia primaria. Il primo di questi cap sarà vincolante per gli Stati membri, mentre il secondo sarà solo indicativo.
Contributi nazionali e meccanismi per colmare i divari
In base all’aggiornamento della Direttiva Efficienza Energetica, tutti gli Stati membri contribuiranno al conseguimento dell’obiettivo generale dell’UE, stabilendo contributi nazionali indicativi e traiettorie per il conseguimento nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC). Il provvedimento fornisce una formula per il calcolo dei contributi basata sull’intensità energetica, sul PIL pro capite, sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sul potenziale di risparmio energetico. Tuttavia sarà solo indicativa, con la possibilità di discostarsene del 2,5%. La Commissione calcolerà se tutti gli sforzi messi in campo raggiungeranno o meno l’obiettivo dell’11,7% e, in caso contrario, apporterà correzioni.
Risparmio energetico annuale, le novità dell‘EDD
L’obiettivo di risparmio energetico annuale per il consumo di energia finale aumenterà gradualmente dal 2024 al 2030. Gli Stati membri garantiranno in media un nuovo risparmio annuale dell’1,49% sul consumo di energia finale nel corso di tale periodo, raggiungendo gradualmente l’1,9% il 31 dicembre 2030.
I paesi UE possono contabilizzare nel calcolo i risparmi realizzati mediante misure politiche nell’ambito della direttiva EED e della direttiva riveduta sulla prestazione energetica nell’edilizia, le misure derivanti dal sistema di scambio di quote di emissione dell’EU (per gli impianti e per l’edilizia e i trasporti) e le misure di emergenza in materia di energia.
La nuova Direttiva Efficienza Energetica introduce anche la definizione di povertà energetica, obbligando i Paesi a dare la priorità ai miglioramenti dell’efficienza per i clienti vulnerabili, le famiglie a basso reddito e le persone in alloggi sociali. Viene inoltre rafforzato ulteriormente il ruolo del settore pubblico nel migliorare le pratiche di risparmio. Come? Con l’introduzione di un obiettivo annuale di riduzione del consumo energetico dell’1,9% per questo comparto nel suo complesso. Inoltre, l’obbligo annuo di ristrutturazione degli edifici del 3% viene esteso a tutti i livelli della pubblica amministrazione e i contratti di prestazione energetica dovranno avere la priorità nell’attuazione di progetti di efficientamento, ove possibile.