Il testo della norma sarebbe stato annacquato nell’impegno dal Consiglio dei Ventisette e l’esecutivo europeo richiama le parti interessate
(Rinnovabili.it) – Così non va. Bruxelles riprende severamente i Ventisette, rei d’aver annacquato, e non poco, la proposta di Direttiva Comunitaria sull’Efficienza Energetica. Gli stati membri, secondo le indiscrezioni riportate da EurActiv, avrebbero ridotto l’ambizione del testo licenziato dall’esecutivo al punto che ora il provvedimento permetterebbe di realizzare solo il 38% dei risparmi inizialmente proposti dalla Commissione europea.
Ecco perché nella riunione informale dei ministri dell’energia e dell’ambiente europei che si terrà oggi ad Horsens, Danimarca, si dovrà ragionare su un documento in cui l’Esecutivo UE contrasta apertamente la posizione del Consiglio. Le proposte della Commissione, pubblicate nel giugno 2011, avevano lo scopo di rendere in grado alla Comunità di raggiungere l’obiettivo assunto con la Direttiva “20-20-20”, permettendo di ottenere un risparmio energetico al 2020 di 151,5 Mtep. Ma il Consiglio europeo dei ministri ha rilasciato una versione della disposizione, con cui, a conti fatti, si potrebbe raggiungere una riduzione del consumo di energia primaria di soli 58,1 Mtep.
Ad esser ritoccato sarebbe stato l’articolo 6 della bozza di provvedimento in cui veniva stabilito che: “Ciascuno Stato membro istituisce un regime nazionale obbligatorio di efficienza energetica. Tale regime garantisce che tutti i distributori di energia o tutte le società di vendita di energia al dettaglio che operano sul territorio dello Stato membro conseguano risparmi energetici annui pari all’1,5%, in volume delle vendite di energia realizzate nell’anno precedente nello Stato membro in questione, ad esclusione dell’energia usata per il trasporto. Le parti obbligate realizzano questo risparmio energetico tra i consumatori finali”. La percentuale in questione sarebbe stata riveduta e corretta, perdendo l’originaria ambizione e allontanando così il raggiungimento dell’obiettivo del 2020. La posizione di Bruxelles sull’azione di indebolimento esercitata dagli Stati non è ancora ufficiale, dal momento che la valutazione è stata diffusa solo tra le parti interessate, deputati e ministri dell’energia e dell’ambiente dell’Unione.