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Digitalizzazione: Uno tsunami di dati stravolgerà la domanda energetica

Digitalizzazione: Uno tsunami di dati stravolgerà la domanda energetica

Digitalizzazione

 

Il prezzo climatico dei data center e della digitalizzazione globale

(Rinnovabili.it) – L’industria energivora del futuro? Quella informatica e delle comunicazioni. In un mondo in cui digitalizzazione e connessione sono le due parole chiave con cui misurare il progresso della società, la domanda energetica di server farm e data center è destinata a schizzare in alto. Con gli attuali ritmi di crescita, il comparto potrebbe arrivare ad impiegare il 20 per cento di tutta l’elettricità mondiale entro il 2025. Il settore è da tempo impegnato in una lotta personale contro sprechi ed emissioni, ma diversi esperti mettono in dubbio i reali risultati ottenibili. In uno studio di prossima pubblicazione, anticipato in questi giorni dal Guardian, alcuni ricercatori  statunitensi hanno calcolato il peso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sul bilancio climatico di domani.

 

Si scopre così che, sotto la spinta di server sempre più assetati di energia, l’industria digitale potrebbero generare fino al 3,5% delle emissioni globali dell’anno 2020, superando il trasporto aereo e quello marittimo. Senza alcuna contromisura, nel giro di appena vent’anni la percentuale raggiungerebbe addirittura il 14%.

 

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La causa dietro questa escalation è facile da intuire: i nuovi processi di digitalizzazione, il numero sempre maggiore di dispositivi connessi alla rete, l’ultima generazione di apparecchi intelligenti stanno creando quello che i ricercatori definiscono uno “tsunami di dati”.

 

“La situazione è allarmante”, spiega il ricercatore Anders Andrae. “Tutto ciò che può permetterselo, viene digitalizzato. È una tempesta perfetta. Il 5G [la quinta generazione della tecnologia mobile] sta arrivando, il traffico IP è molto più alto di quanto stimato, e tutte le macchine e le macchine, i robot e l’intelligenza artificiale […] producono enormi quantità di dati che vengono archiviati nei data center”.

 

Da un lato, nei Paesi in via di sviluppo, sempre più persone hanno accesso a internet – si stima che un nuovo miliardo sarà on line nei prossimi anni – dall’altro, nei Paesi ricchi, è iniziata la rivoluzione tecnologica dell’Internet delle cose (IoT), delle automobili a guida automatica e della rincorsa all’intelligenza artificiale.

Senza vere strategie dedicate all’efficienza e al risparmio energetico, la domanda del settore  aumentare fino a 3.000 TWh l’anno entro il 2025. I centri elaborazione dati, da soli, potrebbero produrre fino a 1,9 gigatonnellate di CO2 per quella stessa data, vale a dire il 3,2% del totale mondiale.

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