(Rinnovabili.it) – Arriva puntuale come promesso il voto dei deputati europei della Commissione Industria (ITRE) sulle nuove norme UE in materia di rinnovabili ed efficienza. I parlamentari hanno fatto esattamente quanto premesso nei giorni passati: hanno alzato i target proposti dalla Commissione europea per la nuova direttiva sulle energie rinnovabili REDII e sulla revisione che modifica la vecchia direttiva sull’efficienza energetica 2012/27/CE.
Entrambi i provvedimenti sono stati presentati da Bruxelles a dicembre dello scorso anno nel Pacchetto Energia pulita per tutti. Ma per entrambe le bozze firmate dall’esecutivo europeo, i target sono apparsi fin da subito molto contenuti: l’esecutivo aveva previsto per il 2030 il raggiungimento del 27% di fer nei consumi finali di energia e un 30% di riduzione dei consumi energetici.
La Commissione ITRE, il braccio del parlamento a cui spetta la competenza per queste direttive, fa un salto in più. Gli eurodeputati hanno votato per alzare al 40% l’obiettivo sull’efficienza energetica, approvandone per la prima volta anche il carattere vincolante. Ogni paese dell’Unione dovrà stabilire i propri obiettivi nazionali necessari a contribuire al target comunitario, comprendendo tutti i settori della filiera energetica: generazione, trasmissione, distribuzione e uso finale.
“Accolgo con favore – commenta Dan Nica portavoce per l’energia del gruppo S&D – il ruolo esemplare che ora tutte le autorità pubbliche prenderanno, dato l’obbligo di rinnovare il 3% dei loro edifici ogni anno sarà esteso non solo ai governi centrali, ma a tutti gli edifici pubblici. Questo costituirà un ulteriore passo verso un parco edilizio decarbonizzato entro il 2050. I municipi, le scuole, le strutture sportive, gli ospedali e molti altri spazi pubblici beneficeranno di un processo di modernizzazione che ridurrà le emissioni, creerà posti di lavoro e migliorerà la salute”.
Via libera anche all’innalzamento dell’obiettivo rinnovabili che passa così dal 27% al 35% entro il 2030. Per il settore dei trasporti, almeno il 12% dell’energia consumata in ogni Stato membro dovrebbe essere prodotta da fonti pulite. “Il comitato dell’industria e dell’energia, sostenuto da una larga maggioranza, vuole elevare l’obiettivo vincolante dell’UE dal 27% al 35%”, spiega il deputato S&D José Blanco, relatore della proposta parlamentare. Vuole anche rafforzare l’autoconsumo come un diritto, per portare sicurezza e certezza agli investitori, per aumentare l’ambizione di decarbonizzare il settore dei trasporti, così come i settori del riscaldamento e del raffreddamento”.
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Gli europarlamentari hanno modificato le proposte legislative per garantire che i consumatori che producono elettricità nelle loro abitazioni e spazi, i cosiddetti prosumer, abbiano garantito il diritto di consumarla e di installare sistemi di stoccaggio senza dover pagare alcun sovra-costo, canone o tassa. Chiedono inoltre agli Stati membri di valutare gli ostacoli esistenti all’autoconsumo delle energie rinnovabili e di garantire che i consumatori, in particolare le famiglie, possano unirsi in cooperative energetiche di comunità senza essere soggetti a condizioni o procedure ingiustificate.