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Decreto Certificati Bianchi, l’attesa sta per finire

Decreto Certificati Bianchi
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Decreto certificati bianchi, nei prossimi giorni ad Arera e alla Conferenza Unificata

(Rinnovabili.it) – In dirittura d’arrivo il nuovo Decreto Certificati Bianchi. La conferma arriva dal sottosegretario alla Transizione ecologica (MiTE), Vannia Gava, mettendo così fine ad un’attesa durata mesi. Il provvedimento in questione avrebbe dovuto, infatti, vedere la luce a gennaio 2021, secondo quanto rivelato lo scorso anno da Mauro Mallone del Ministero dello Sviluppo economico (MiSE). Ma tra tempistiche incerte e passaggio delle competenze energetiche dal MiSE al MiTE, le norme hanno subito qualche ritardo. “Sui certificati bianchi stiamo recuperando il tanto tempo che si è inspiegabilmente perso fino ad oggi”, ha spiegato Gava a margine della Conferenza Stato-Regioni. Il testo “sarà trasmesso nei prossimi giorni ad Arera e alla Conferenza Unificata e potrà poi vedere finalmente la luce”.

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Perché si tratta di un provvedimento fortemente atteso? Perché le norme dovrebbero superare alcuni dei nodi più preoccupanti del sistema che governa i titoli di efficienza energetica (TEE). Nel dettaglio il nuovo decreto Certificati Bianchi determina gli obiettivi quantitativi di risparmio energetico per gli anni 2021-2024, da conseguire attraverso i TEE.

Ma l’aggiornamento, necessario ai nuovi obblighi nazionali, rappresenta anche l’occasione per rilanciare l’appeal del meccanismo. Secondo quanti denunciato dalle associazioni di settore, e messo nero su bianco dall’ultimo report del GSE, i certificati bianchi sono in progressivo declino. Nel 2020 sono stati riconoscimenti circa 1,7 milioni di Titoli di Efficienza Energetica, pari a circa 0,57 Mtep di risparmi energetici ottenuti. Un calo del 41% rispetto all’anno precedente. Al punto da essere insufficienti a garantire l’adempimento dell’obbligo minimo per il 2020.

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Per questo motivo il nuovo Decreto Certificati Bianchi disciplina una serie di misure con cui affrontare le maggiori criticità. Ad esempio, introducendo semplificazioni nella presentazione dei progetti, allargando la platea di interventi ammissibili e dando la possibilità di chiedere valutazioni preventive. “Si tratta – prosegue Gava – di una norma importante che sblocca un sistema in stallo, risolve criticità dell’attuale meccanismo rendendo più semplici le procedure e rimodula gli obiettivi del 2020, la cui scadenza per l’assolvimento è prevista il 31 maggio 2021 anche alla luce della scarsa liquidità del mercato dovuta alle conseguenze dell’attuale emergenza sanitaria”. Tra i punti clou affronti nel testo anche la cumulabilità col credito di imposta e l‘introduzione di un meccanismo ad asta integrativo rispetto allo schema del Tee.

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