Contro la crisi energetica servono obiettivi nazionali vincolanti
(Rinnovabili.it) – “Tenendo conto della sicurezza dell’approvvigionamento e dell’integrazione del mercato, gli Stati membri devono garantire che i gestori dei sistemi di trasmissione e di distribuzione investano in risorse a prova di futuro“. Questa una delle modifiche aggiunte dall’eurodeputato danese Niels Fuglsang alla proposta di revisione della direttiva UE sull’efficienza energetica. Il provvedimento, parte del pacchetto Fit for 55, contiene i nuovi obiettivi di risparmio energetico che l’Unione e i suoi Stati membri dovranno perseguire entro 2030. Ma prima di entrare in vigore, il testo deve passare per le mani dei co-legislatori europei ed ottenere il via libera di entrambi.
Cosa cambia per la direttiva sull’efficienza energetica?
E per Fuglsang, il legislatore che ha preparato la posizione del Parlamento Europeo, la situazione è chiara: il Blocco ha bisogno di target di più stringenti. Una rinnovata ambizione in tema di efficienza energetica che aiuti i paesi a frenare il caro energia ma anche a ripararsi da una possibile crisi del gas. Ecco perché nella relazione di modifica alla proposta della Commissione europea, chiede espressamente di aumentare l’obiettivo di riduzione 2030 del 19%.
Ciò corrisponde a un taglio del 43% per i consumi finali entro la fine del decennio, rispetto ai livelli previsti; e del 45,5% per quelli di energia primaria. Suggerendo inoltre che i contributi nazionali al target 2030 divengano per la prima volta vincolanti. A titolo di confronto, il testo scritto dall’esecutivo riporta invece contributi volontari e una riduzione del 23% dei consumi finali e del 32% per quelli primari.
Non solo. Gli emendamenti del relatore alzano al 2% l’obbligo di riduzione annuale dei consumi nel settore pubblico rispetto al l’1,7% proposto dalla Commissione. “Dobbiamo fondamentalmente fare il possibile per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili”, ha affermato il Fuglsang. “L’efficienza energetica è la risposta a molte delle crisi che dobbiamo affrontare. Quella climatica, ma anche la povertà energetica”.
Il testo dovrà essere votato prima in Commissione Industria e poi nell’Aula di Strasburgo prima di poter iniziare i negoziati con il Consiglio dell’UE.