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UE, target di consumo energetico rivisti a causa Brexit

Il Coreper adotta la posizione del Parlamento europeo: ok ai nuovi numeri su consumi nella direttiva Efficienza energetica.

consumo energetico

 

Doppio sì alla proposta di Bruxelles di adattare i dati sul consumo energetico 2030

(Rinnovabili.it) – “A causa del recesso del Regno Unito dall’Unione, è necessario adattare tecnicamente le cifre del consumo energetico previste per l’Unione europea nel 2030 affinché corrispondano all’Unione a 27 Stati membri”. Così Bruxelles spiegava , a fine 2018, la proposta di metter mano alla direttiva Efficienza Energetica per riadattarla ad un contesto post Brexit (leggi anche Gli obiettivi 2030 su rinnovabili ed efficienza). Le proiezioni relative al target del 32,5 % di efficienza energetica indicavano originariamente, per l’Unione a 28 Stati membri, un consumo di energia primaria pari a 1.273 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtoe) e un consumo di energia finale di 956 Mtoe nel 2030.

 

Si tratta di numeri importanti. A norma della direttiva sull’efficienza energetica e del regolamento sulla governance, infatti, gli Stati membri devono tener conto del consumo energetico totale previsto in fase di definizione del proprio contributo nazionale indicativo di efficienza energetica agli obiettivi principali dell’UE. Queste stesse cifre sono necessarie anche per la valutazione, da parte della Commissione, dei progressi compiuti verso gli obiettivi di efficienza energetica. L’uscita della Gran Bretagna ha pertanto richiesto di adattare alle mutate condizioni sia la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza che il connesso regolamento sulla Governance dell’Energy Union.

 

>>Leggi anche Efficienza energetica, può ridurre la bolletta mondiale di 500mld<<

 

Il provvedimento riveduto mantiene l’obiettivo principale dell’UE di almeno il 32,5% di efficienza per il 2030 che si traduce però nell’UE-27 in livelli di consumo energetico non superiori a 1.128 Mtoe di energia primaria e 846 Mtoe di energia finale nel 2030. Il Parlamento europeo aveva già adottato la sua posizione il 14 gennaio, confermando la proposta della Commissione Europea. Oggi è la volta del Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (COREPER), che ha approvato la relazione di Strasburgo: ciò significa che, se il l’Europarlamento riconfermerà la propria posizione in plenaria, non saranno necessari negoziati tra i colegislatori. L’adozione formale delle nuove cifre è prevista per marzo 2019.