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Condomini italiani ed efficienza,  la classe A è ancora per pochi

Legambiente: "Riqualificare 30mila condomini da oggi al 2030 permettere un risparmio in bolletta di quasi 400 milioni di euro annui per le famiglie”

Condomini italiani

 

 

(Rinnovabili.it) – Quanto è efficiente, sotto il profilo energetico, la vostra abitazione? Nonostante l’obbligo della certificazione energetica degli edifici esista orami da oltre 10 anni, molti italiani non sono in grado di rispondere a questa domanda. Lo dimostra, numeri alla mano, la campagna nazionale Civico 5.0. L’iniziativa, promossa da Legambiente, nasce con un duplice obiettivo: sensibilizzare cittadini e amministratori sul tema della riqualificazione energetica in edilizia e realizzare, nel contempo, monitoraggi tecnici sul parco abitativo, attraverso indagini termografiche e analisi dei consumi.

 

Sotto l’occhio attento del cigno verde sono finiti 22 condomini (situati a Bagheria, Napoli, Potenza, Foggia, Grosseto, Savona, Vercelli, Modena, Rovigo, Trieste, Trento, Ancona) in 12 regioni, la maggior parte costruita negli anni ‘70 e in zona climatica E. Civico 5.0 restituisce un quadro poco felice: il 56% delle famiglie intervistate non è a conoscenza della classe energetica del proprio immobile ma quando è nota, nel 39% dei casi si tratta di una classe G, e solo nel 6% dei casi di una classe A. Quasi il 60% delle abitazioni è risultato sprovvisto di termostato ambiente, il 42% non ha installate valvole termostatiche, i sistemi di contabilizzazione del calore (ripartitori) sono presenti nel 53% delle abitazioni. La caldaia a condensazione è usata invece da 6 famiglie (17%), pompe di calore da 5 famiglie (14%), e in un solo caso è usata una fonte rinnovabile (solare termico per produzione di ACS). Dal monitoraggio e dalle ispezioni termografiche esterne, è emerso che tutti gli edifici presentano un comportamento termico complessivamente non efficiente. Le superfici verticali e orizzontali sono caratterizzate da debole tenuta termica, così come infissi e serramenti.

 

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La sfida che Legambiente lancia – aggiunge Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – è quella di riqualificare almeno il 50% degli edifici condominiali, con maggiori problemi di efficienza energetica, entro il 2030. L’obiettivo è di riuscire a garantire la continuità degli incentivi degli Ecobonus fino a quella data, in modo che le imprese abbiano certezze sulla prospettiva, e di stabilire un obiettivo prestazionale minimo per cui i condomini raggiungano almeno la Classe B di certificazione energetica e comunque una riduzione di almeno il 50% dei consumi per riscaldamento e raffrescamento. Interventi di questo tipo, proprio perché permettono di ridurre i consumi energetici degli edifici, vanno esattamente nella direzione richiesta dall’Unione europea con gli obiettivi da raggiungere al 2030 di riduzione delle emissioni di CO2 e che l’Italia dovrà fissare il prossimo anno nel piano energia e clima da inviare a Bruxelles”.