(Rinnovabili.it) – Quanto è presa sul serio l’etichetta energetica? Molto poco, a giudicare da una indagine svolta da MarketWatch, organizzazione non governativa che monitora prodotti, mercati e valuta il funzionamento del sistemi di etichettatura.
Nel suo ultimo rapporto, MarketWatch ha notato che circa il 50% dei 30 mila prodotti esaminati in negozi di tutta Europa non erano etichettati correttamente per quanto riguarda l’efficienza. Addirittura, uno su cinque risultava del tutto privo di etichetta energetica.
Circa 500 prodotti, inoltre, non avrebbero nemmeno dovuto essere immessi sul mercato, perché incapaci di soddisfare i requisiti minimi di efficienza energetica fissati dalla direttiva Ecodesign. Non è stato possibile certificare se si trattasse di vecchi stock, fondi di magazzino non ancora smaltiti . In quel caso, i rivenditori sarebbero stati autorizzati a metterli in commercio fino ad esaurimento scorte.
L’indagine ha preso di mira non solo i prodotti all’interno dei negozi fisici, ma ha gettato uno sguardo anche sul commercio online. Ed è proprio tra le maglie della rete che ha riscontrato i maggiori problemi di conformità: solo un terzo dei prodotti venduti sul web erano etichettati correttamente. Tuttavia, l’introduzione di un sistema di etichettatura digitale ha migliorato la situazione rispetto al passato, secondo MarketWatch.
I risultati sono in linea con le ispezioni effettuate nei negozi l’anno scorso. Ma non sono rappresentative del mercato nel suo complesso, tiene a specificare l’organizzazione, perché si concentrano sui negozi considerati a più alto rischio di non conformità.
I prodotti che più spesso degli altri sono stati trovati privi di etichetta energetica sono aspirapolvere e condizionatori d’aria. Elettrodomestici e lampade sono stati invece quelli con più pezzi correttamente etichettati. Il mancato rispetto delle regole previste dalle direttive Ecodesign ed Energia mette rivenditori a rischio di essere multati dalle autorità nazionali.
La Commissione europea, all’inizio di questo mese, ha presentato la sua proposta di riforma dell’etichetta energetica: essa prevede il ritorno ad una sola scala di misurazione, da A a G e una banca dati digitale per i nuovi prodotti ad alta efficienza.