Attraverso le moderne pratiche di isolamento il settore produttivo dell’UE-27 può ridurre il proprio consumo di combustibili di 620 Pj e le proprie emissioni di 49 milioni di tonnellate di CO2
Nel documento ‘Climate protection with rapid payback’, redatto in collaborazione con Ecofys e pubblicato oggi sul proprio sito, l’associazione analizza il potenziale di risparmio energetico ottenibile dalla coibentazione in tutte le regioni, settori, attrezzature e temperature.
Secondo il rapporto l’isolamento industriale può aiutare il settore europeo a ridurre il consumo totale di carburante di 620 PJ, l’equivalente del consumo energetico di 10 milioni di famiglie, e le emissioni di CO2 di 49 milioni di tonnellate. Come è possibile che esista una potenziale di risparmio così grande? Gli autori dell’indagine rispondono alla domanda spiegando che il 10% o più di tutte le apparecchiature negli impianti industriali non è isolato o è coperto un sistema coibentante danneggiato o rovinato. Inoltre, il livello di isolamento applicato è tipicamente basato sui requisiti minimi relativi alla temperatura massima di superficie; in altre parole requisiti che garantiscano la protezione da possibili lesioni per chi gestisce l’apparecchio.
Il potenziale può essere sfruttato in modo economicamente conveniente: coibentare le superfici non isolate con spessori economicamente ottimizzati e riparare le coibentazioni danneggiate nell’ambito industriale della UE richiede un investimento iniziale pari a circa 900 milioni di euro. Questo investimento, sostenuto una sola volta, rappresenterebbe un potenziale di risparmio per l’industria di 3,5 miliardi di euro all’anno.