Il sindacato invita il Parlamento a risanare gli incentivi dedicati alla riqualificazione energetica. Concorde anche Uncsaal: “gravissimo impatto negativo per il sistema Paese”
“È veramente incomprensibile – spiega Antonio Filippi, responsabile Energia della CGIL nazionale – che per fare “cassa” si taglia un settore come quello dell’efficienza energetica che è uno degli obiettivi indicati anche dall’Unione Europea. Chi mai intraprenderà più interventi di efficientamento energetico, quando il “Bonus” per le semplici ristrutturazioni edilizie ordinarie, sarà disponibile per lo stesso importo, con il vantaggio di non sottostare a nessun adempimento? Basterà dichiarare la ristrutturazione e ogni problema di rendicontazione scomparirà anche”.
La speranza del sindacato è che il Parlamento intervenga per ripristinare la misura nella sua forma iniziale. E all’appello si unisce anche Uncsaal, l’associazione confindustriale del comparto italiano dell’involucro edilizio oggi più che mai convinta che il decreto possa determinare un gravissimo impatto negativo per il sistema Paese. “Un 55% prorogato per soli sei mesi con una aliquota depotenziata al 50% e poi ricondotto in un provvedimento generalizzato per l’edilizia con una aliquota al 36% non soddisferà nessuno degli obiettivi propri delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici”. La conseguenza? Nessun raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico del Paese, nessun aiuto nei confronti del trend negativo che sta colpendo il comparto italiano dei prodotti da costruzione, ma soprattutto nessun beneficio all’Erario.