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La Cappella Sistina si accende di 7000 LED

Oltre a garantire una migliore qualità d’illuminazione, la nuova soluzione garantisce un notevole risparmio anche a livello economico

La Cappella Sistina si accende di 7000 LED(Rinnovabili.it) – Dopo l’imponente lavoro di restauro, durato quasi vent’anni, la Cappella Sistina e i suoi affreschi hanno visto una nuova luce. E per far sì che questa luce dia ancora più risalto ai capolavori mantenendone la conservazione, l’amministrazione dei Musei Vaticani ha scelto di rinnovare l’impianto d’illuminazione a favore di una soluzione tecnologica innovativa e green: nel 2014, anno del 450° della morte di Michelangelo, la Cappella Sistina sarà dotata di circa 7000 LED, installati in modo non visibile e scelti appositamente affinché lo spettro dei colori si adattasse ai pigmenti dei dipinti degli affreschi. Il progetto, dal titolo LED4Art, fa parte dal programma europeo di sostegno alla politica in materia di tecnologie dell’informazione e della comunicazione e nasce con l’obiettivo di dimostrare le nuove possibilità offerte dalla tecnologia a LED in termini di efficienza energetica e di migliore qualità della luce.

 

Chi entra oggi, ha l’impressione di una situazione di semi-ombra; il visitatore del “dopo” si accorgerà subito che l’illuminazione sarà diversa, quasi “solare”. Niente di invasivo, ovviamente. Anzi, tutto sarà molto “soft”, nel rispetto dei requisiti indicati dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci. Abbiamo innalzato il livello di illuminamento di base, e questo darà la percezione che gli affreschi abbiano quasi una luce propria. L’impianto, del resto, sarà quasi invisibile: solo gli occhi più attenti vedranno la parte strutturale su cui verranno appoggiati i LED”, spiega Roberto Barbieri, Consigliere Delegato OSRAM SpA, società coordinatrice del progetto. E le elevate prestazioni illuminotecniche non sono gli unici benefici apportati dai LED: si stima che i 7000 punti luce porteranno ad una diminuzione del consumo di corrente per di oltre il 60 per cento. Nel progetto sono coinvolti quali partner anche l’Università della Pannonia in Ungheria, l’Institut de Recerca en Energia de Catalunya in Spagna e lo studio di progettazione Fabertechnica in Italia.