(Rinnovabili.it) – Le stampanti 3D rappresentano l’ultima meraviglia tecnologica sbarcata dai laboratori di ricerca e dal settore industriale nel mercato degli utenti. Le macchine più straordinarie sono ancora ad appannaggio del settore scientifico come dimostra l’ultimo studio condotto dalla Harvard University in collaborazione con l’Università dell’Illinois; un team di ricercatori provenienti da entrambi gli atenei è, infatti, riuscito a stampare una batteria agli ioni di Litio poco più grande di un granello di sabbia, depositando su un substrato tramite la macchina pile di elettrodi intrecciati, ciascuno dei quali più sottile di un capello umano. Nel dettaglio il team ha creato un inchiostro per l’anodo impiegando nanoparticelle di ossido di litio-metallo, e un inchiostro per il catodo con nanoparticelle a base di un altro composto.
La stampante è servita per depositare entrambi gli inchiostri sulla dentatura di due pettini d’oro, creando una pila stretta e compatta, completata con una soluzione elettrolitica che ne ha riempito gli spazi vuoti. “Non solo abbiamo dimostrato per la prima volta d’essere in grado di stampare una batteria tridimensionale, ma lo abbiamo fatto nel modo più rigoroso”, ha commentato Jennifer Lewis autore senior dello studio.
Gli scienziati hanno quindi misurato quanta energia questi minuscoli dispositivi possono stoccare al loro interno, quella che possono fornire e il tempo necessario per una carica. “Le prestazioni elettrochimiche sono paragonabili a quelle delle batterie commerciali, in termini di range di carica/scarica, ciclo di vita e la densità energetica. Siamo semplicemente in grado di raggiungere tutto ciò su una scala molto più piccola del normale”.