Migliorare l’efficienza dell’accumulo ad aria compressa e rendere la tecnologia installabile ovunque: questo il doppio obiettivo del progetto europeo RICAS 2020
(Rinnovabili.it) – Il sistema più efficiente per immagazzinare l’energia di sole e vento e bilanciare la rete elettrica? Secondo i ricercatori di RICAS 2020, l’accumulo ad aria compressa. Nonostante la giovane età di questa tecnologia, per chi partecipa al progetto di ricerca europeo, rappresenterebbe una soluzione più economica rispetto alle odierne batterie e più facilmente praticabile dell’accumulo a pompaggio.
Sotto gli auspici dell’Unione Europea, scienziati di RICAS 2020 stanno cercando di trasformare questo concetto in una prospettiva concreta e. Il principio generale, che è già stato adottato in alcuni siti in Europa e Stati Uniti, è abbastanza semplice: si tratta di impiegare l’energia elettrica prodotta in eccesso dagli impianti eolici e fotovoltaici per comprimere dell’aria che viene, quindi, stoccata in una caverna sotterranea. Quando la richiesta elettrica aumenta, l’aria è rilasciata attraverso una turbina a gas che genera elettricità.
Gli impianti di questo tipo sono spesso utilizzati per soddisfare la domanda di picco come supplemento alle centrali classiche, fornendo la giusta quantità di energia elettrica necessaria in tempi diversi durante il giorno. I due più grandi impianti di accumulo ad aria compressa nel mondo si trovano attualmente in Germania e negli Stati Uniti. Si tratta di camere sotterranee create all’interno di miniere saline. Queste strutture, tuttavia, perdono gran parte dell’energia potenziale dell’aria compressa, perché non incorporano un sistema per immagazzinare il calore prodotto durante la fase di compressione.
RICAS 2020 ha una ricetta per ridurre queste perdite: l’impiego di una seconda camera riempita di rocce che trattengano il calore, situata nel passaggio dell’aria verso il sito di stoccaggio e nel suo ritorno alle turbine. Gli scienziati sono convinti che, con questa soluzione, si possa aumentare l’efficienza del sistema fino all’80%, rispetto all’attuale 45-50%.
Inoltre i partner del progetto stanno lavorando per mettere a punto nuovi concept per impostare un’infrastruttura di ricerca dedicata allo stoccaggio sotterraneo di elevate quantità di energia verde. Il grande vantaggio dei nuovi concept sarà rendere disponibile questa tecnologia indipendentemente dalle condizioni geologiche incontrate, affinché si possa adattare a tutti i luoghi dove esiste un’elevata domanda energetica.
“Il progetto – spiega a Europapress uno dei ricercatori – si basa sulla convinzione che la nostra soluzione sia in grado di offrire un migliore accumulo di energia rispetto a quello delle batterie, grazie alla sua maggiore durata e un costo del capitale inferiore per kWh di energia immagazzinata. Ci aspettiamo inoltre che possa essere impiegata praticamente ovunque indipendentemente dal tipo di formazione geologica disponibile”.