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Decreto FER non fotovoltaiche, ANEV: lesivo per l’Italia

Critiche alla bozza di Decreto che fissa i nuovi incentivi per le fonti elettriche rinnovabili non fotovoltaiche per il periodo 2016/2020

Eolico 12000 MW di capacità installata nel 2014-(Rinnovabili.it) – “Le scrivo per manifestare le preoccupazioni di un intero comparto industriale nazionale che oggi conta 27.000 addetti direttamente impegnati nel nostro Paese che è esportatore di tecnologia e componentistica nel mondo”. Così si apre la lettera inviata da Simone Togni, Presidente di ANEV, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. L’oggetto in questione è il nuovo decreto FER non fotovoltaiche, la cui bozza fin da primi momenti ha sollevato un compatto fronte di opposizione. Sul tema torna oggi l’associazione che raduna il settore del vento italiano, proprio per manifestare la preoccupazione del comparto, comparto che oggi che oggi conta 27.000 addetti direttamente impegnati nel nostro Paese.

 

“La bozza del nuovo Decreto, già in forte ritardo rispetto alla data prevista del 31.12.2014 per l’emanazione, risulta essere contraddittoria e lesiva degli interessi del Paese anche rispetto agli obiettivi assunti al 2020 e quelli in fase di definizione al 2030. Il testo propone infatti importanti tagli agli incentivi per l’eolico, che ne ridimensionano consistentemente le prospettive di crescita e sviluppo, contrariamente, per altro, a quanto preannunciato per il Green Act, che dovrebbe puntare a rilanciare le politiche ambientali”.

 

Come fatto notare da Legambiente solo qualche settimana fa, il testo del Decreto riporta tagli fino al 40% agli incentivi destinati ai piccoli impianti eolici e lo stop per l’eolico offshore. “Qualora il Decreto venisse approvato nella versione trasmessa alla Conferenza Unificata Stato Regioni, si metterebbe fine alla parola eolico in Italia, con conseguenze gravissime sull’industria, sull’economia, sul lavoro, nonché sulle generazioni future”, aggiunge Togni che auspica pertanto un intervento diretto e immediato da parte del Premier per salvare il settore, mantenendo quanto promesso dal Governo, sin dall’inizio della legislatura, in tema di Green economy. La speranza è che il Green Act promesso a gran voce “non diventi un Black Act”, mantenendo il sostegno alle energie pulite come l’eolico “che oggi ha raggiunto una maturità tecnologica avanzatissima e un costo di produzione molto vicino alla grid parity. Basti pensare che ogni anno cessano incentivi all’eolico per oltre 100 Milioni fino al 2020, e di questi, i nuovi meccanismi di incentivazione ne occuperebbero meno di un terzo con il risultato che il comparto industriale nazionale del vento continuerebbe a crescere e la bolletta degli italiani continuerebbe a scendere”.