Il ministro danese per il Clima e l’Energia propone di mettere al bando l’energia sporca cinque anni prima del previsto
(Rinnovabili.it) – Come fare per eliminare nel più breve tempo possibile l’approvvigionamento energetico a base di carbone? A porsi questa domanda è la Danimarca, che non paga di aver fissato un obiettivo coal-free per il 2030, ora propone un’accelerazione sulla tabella di marcia climatica. Il ministro danese dell’Energia, Rasmus Helveg Petersen, ha fatto sapere proprio in questi giorni di aver chiesto ai funzionari governativi di stilare un nuovo programma per mettere al bando l’energia dal carbone già per il 2025. Ovvero in anticipo di 5 anni sul piano stabilito in precedenza dal Governo.
“Naturalmente si tratta di un impegno di portare avanti insieme con l’industria. Non so come si possa raggiungere questo obiettivo, ma vorrei sapere se siamo in grado di farlo”, ha affermato Petersen all’emittente danese DR. Oggi questa fonte fossile rappresenta circa il 20 per cento del consumo totale di energia nazionale, percentuale raggiunta negli ultimi anni anche grazie alla crescita delle fonti di energia rinnovabile sfruttate su tutto il territorio. L’energia eolica conta oggi ben il 30% sui consumi e il Paese è intenzionato ad arrivare al 50% per la fine di questo decennio. “Il carbone è il combustibile più economico disponibile oggi. Ma non possiamo permetterci di utilizzare questa opzione a lungo termine” sostiene il ministro. “Abbiamo già affermato d’essere pronti a metterlo al bando per il 2030. Ora cercherò di capire se si può fare più velocemente”.
Il nuovo proposito non è esente da critiche. In molti tra cui Lars Aagaard, direttore dell’associazione danese che rappresenta le imprese del settore energetico, la chiusura delle centrali a carbone aumenterebbe inevitabilmente l’importazione di energia dalla Germania, prodotta peraltro dalla lignite. Ecco perché lo stesso Aagaard consigliato al ministro di procedere piuttosto chiedendo un inasprimento del sistema di scambio di emissioni dell’UE (ETS) al fine di limitare il numero di permessi di inquinamento.