Arriva dall’Istituto per i processi chimico-fisici di Bari la messa a punto di un sistema ibrido, capace di sfruttare al meglio la luce solare grazie a una fotosintesi più performante
Per conferire, però, una maggiore stabilità allo stato dell’apparato, che altrimenti manterrebbe le cariche separate per un tempo dell’ordine dei millisecondi, i ricercatori hanno pensato di combinare un fotoconvertitore naturale con un assorbitore artificiale di luce: il primo, è il batterio rosso Rhodobacter sphaeroides R26; il secondo, di sicuro più performante delle nanostrutture “quantum dots” utilizzate fino a oggi, progettato ad hoc per non alterare la reazione naturale e massimizzare l’efficacia dell’intero apparato. Per Trotta, il sistema appena messo a punto è la dimostrazione che, in opportune condizioni, le prestazioni degli ibridi organico-biologici sono superiori a quelle del sistema naturale.