(Rinnovabili.it) – Riflettori puntati sulle criticità del Pacchetto invernale dell’Unione Europea: alcuni elementi secondo l’Autorità per l’energia italiana (AEEGSI) devono essere modificati. Un adeguamento necessario “per evitare il rischio di un irrigidimento e un appiattimento del conseguente quadro regolatorio su soluzioni univoche e poco selettive”. A sostenerlo è il presidente Guido Bortoni, in un’audizione ieri in commissione Attività produttive della Camera. All’ordine del giorno, l’analisi degli strumenti principali del Winter Package o Pacchetto Energia pulita per tutti, presentato da Bruxelles a dicembre 2016, tra cui lo schema di regolamento sul mercato interno dell’energia elettrica.
L’Authority condivide diversi degli elementi contenuti nelle proposte, molti dei quali contraddistinguano anche il quadro strategico 2015-2018 dell’AEEGSI quali, ad esempio, la responsabilizzazione delle fonti energetiche rinnovabili alla partecipazione al mercato. Tuttavia “al fine di assicurare che la transizione verso il nuovo paradigma energetico sia gestita in maniera efficiente ed efficace” è parere di Bortoni che alcuni elementi legati all’approccio dovranno essere rivisti. Il problema principale? Il pacchetto cerca una soluzione univoca che vada bene per tutti gli stati membri, “mortificando un po’ quelle che sono le diversità e i percorsi […] fatti singolarmente verso il mercato unico”.
Le criticità del pacchetto invernale
Le ampie differenze strutturali tra i paesi unitamente all’incertezze del futuro energetico climatico costituiscono per l’Authority un buon motivo per far sì che i Ventisette possano selezionare con adeguati margini di flessibilità gli strumenti tecnici e le modalità per raggiungere gli obiettivi europei. “In particolare la direttiva elettrica pecca di eccesso di dettaglio regolatorio” che secondo Bortoni comporterebbe per l’Italia dei precisi passi indietro. “L’armonizzazione dovrebbe restare uno strumento e non diventare un fine a sé stante, una fonte di trade off e non un obiettivo assoluto”.
Un approccio, quello chiesto dall’AEEGSI, che si applica anche alla questione energie rinnovabili. “È importante dare dei criteri comuni per poter far progredire le fonti rinnovabili rispetto alle fonti convenzionali però debbono poter partire dalla situazione del singolo paese”. Per l’Italia, sottolinea Bortoni, in cui le green energy coprono una fetta del 40% nel mercato nazionale ci sono ovviamente altre necessità rispetto ad un paese come, ad esempio la Polonia che parte da una situazione diametralmente opposta.
Le rinnovabili abbassano i prezzi dell’elettricità
L’intervento è entrato anche nel merito dei prezzi energetici italiani che, pur rimanendo tra i più alti in Europa, si sono quasi dimezzati nel giro di 5 anni. “Abbiamo avuto una liberalizzazione del mercato all’ingrosso che funziona anche in Italia nel mercato elettrico e che, salvo alcuni momenti congiunturali come ad esempio la crisi delle centrali nucleari in Francia lo scorso inverno, ha dato ottimi risultati”. E il merito, aggiunge il Bortoni è anche delle rinnovabili che “incentivi a parte hanno depresso il prezzo dell’elettricità”.