Rinnovabili

Costo dell’energia, per ridurlo esistono strade alternative

Costo dell'energia, per ridurlo esistono strade alternative(Rinnovabili.it) – Mentre il DL Competitività è entrato nel vivo dei lavori parlamentari per la conversione in legge, le associazioni di settore si sono date appuntamento ieri a Roma per discutere di nuove proposte strutturali per ridurre il costo dell’energia: proposte che, a differenza del taglia-bollette proposto dal Governo Renzi, non rischino di bloccare lo sviluppo futuro delle rinnovabili né di incidere sull’occupazione italiana. L’incontro, organizzato dal gruppo M5S – X Commissione Senato, non ha solo dato via ad un confronto diretto tra tutte le parti chiamate in causa dal provvedimento – produttori e consumatori – ma ha puntualmente evidenziato gli elementi più deboli della nuova normativa energetica e gli strumenti per assicurare quella che i capigruppo del M5S definiscono “democrazia energetica”.

 

E’ infatti possibile intervenire senza bloccare il futuro sostenibile – spiega il senatore Gianni Girotto, Capogruppo M5S in X Commissione Senatoma tramite altre soluzioni e risorse tra cui anche i numerosi sprechi che pratichiamo e anche i sussidi alle fossili. Ci riferiamo agli interconnector, all’interrompibilità, al capacity payment, CIP 6 e molti altri sussidi pagati dalla bolletta dei consumatori ma non solo. Sarebbe infatti opportuno verificare tutte le azioni per ridurre il distacco “imbarazzante” di circa 25 euro a MW tra il prezzo dell’energia definito nella borsa elettrica e la componente energia che i consumatori pagano in bolletta”.

 

Tra gli elementi fondamentali suggeriti da Girotto anche l’introduzione di una carbon tax o, in alternativa, la riattivazione degli impianti idroelettrici a pompaggio. “Vale la pena ricordare che solamente qualche mese fa abbiamo rifinanziato per 1,2 miliardi di euro la Centrale a carbone “pulito” (che non si può sentire) del Sulcis. Ci sono anche misure puramente normative, come quella di allineare la legislazione a quella internazionale, almeno relativamente ai contratti di fornitura energia elettrica (Power Purchase Agreement – PPA) a lungo termine, perché si possono fare all’estero e non in Italia?”

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