(Rinnovabili.it) – Sono stati chiamati smart meter, ovvero contatori intelligenti, perché dovrebbero permettere attraverso il sistema della telelettura di gestire il rapporto di fornitura a distanza in maniera semplice, rapida e trasparente. Ma non tutti questi dispositivi potrebbero essere stati progettati in maniera davvero “smart”. L’avvertimento arriva in questi giorni da un team di scienziati della’Università di Twente (UT), in collaborazione con l’Università di Scienze Applicate di Amsterdam (Auas).
Secondo i ricercatori, solo nelle case olandesi, potrebbero esser stati istallati almeno 750mila dispositivi imprecisi, che falserebbero le letture anche del 600% rispetto ai dati reali. Lo studio, pubblicato questi giorni nella rivista IEEE Electromagnetic Compatibility Magazine, ha voluto indagare le una delle critiche più severe lanciate ai contatori elettronici. L’accusa è che riportino letture eccessivamente alte nella pratica, problema che non tocca invece quelli elettromeccanici tradizionali. Ciò ha spinto professor Frank Leferink della UT e i colleghi Cees Keyer e Anton Melentjev da Auas, ad indagare. Il gruppo ha testato nove diversi contatori elettronici prodotti tra il 2004 e il 2014 e istallati nelle case olandesi, dove il Governo spera di completare la rivoluzione degli smart meter entro il 2020.
I contatori sono stati collegati, tramite un quadro elettrico, ad una serie di apparecchi di consumo, come le lampadine a risparmio energetico, caldaie, lampadine a LED e dimmer, per confrontare direttamente energia impiegata e letture ottenute. Negli esperimenti (interamente riproducibili), cinque dei nove smart meter hanno dato letture notevolmente superiori alla quantità effettiva di energia consumata. In alcune configurazioni, fino al 582 per cento superiori. Al contrario, due contatori hanno risposto con letture del 30 per cento inferiori rispetto all’energia realmente consumata.
Da dove originano errori così elevati? Gli scienziati sono riusciti ad attribuire le letture inesatte essenzialmente a due cause: al tipo di progettazione del contatore e all’utilizzo di dispositivi di commutazione moderni. Una volta smantellati gli apparecchi testati, è stato possibile rinvenire in quelli connessi con le letture eccessivamente la “bobina di Rogowski” (detta anche Rogowski coil). In quelli associati con letture eccessivamente basse, un “sensore effetto Hall”. “I contatori di energia che abbiamo testato soddisfano tutti i requisiti di legge e sono certificati. Tali requisiti, tuttavia, non tengono debitamente conto dell’effetto dei dispositivi di commutazione moderni.”