Una nuova ricerca avverte: le temperature in aumento cambieranno in maniera radicale i modelli di consumo elettrico in Europa. Per 19 Paesi il carico di punta stagionale si sposterà dall'inverno all'estate
Come il cambiamento climatico influisce sui consumi elettrici
(Rinnovabili.it) – Crescono i consumi elettrici italiani nell’ennesima estate bollente. Sebbene lontani dai numeri record del 2015, secondo l’ultimo aggiornamento forniti da Terna, nel mese di luglio 2017 l’energia elettrica richiesta in patria – ben 29,3 miliardi di kWh – ha fatto registrare un aumento dello 0,5 per cento rispetto ai volumi dello stesso mese ma nel 2016. Le impennate della colonnina di mercurio portano in alto la domanda durante la stagione quando, ovviamente, gran parte della richiesta è legata alla produzione di freddo e climatizzazione sia a livello domestico che industriale. Il risultato sono bollette pesanti e un sistema elettrico più stressato dal momento che il caldo riduce la capacità di trasmissione delle linee elettriche ad alta tensione e abbassa l’efficienza di alcuni generatori alimentati a combustibili fossili.
Il riscaldamento globale sta lentamente mutando il sistema elettrico e non solo quello nazionale. Il quadro italiano si inserisce nel più ampio mutamento europeo, ben descritto da una nuova ricerca realizzata dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sul clima (PIK) in collaborazione con la Columbia University di New York. Lo studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze (PNAS), mette in relazione cambiamenti climatici e consumi energetici con l’obiettivo di predire gli effetti dei primi su secondi all’interno di 35 paesi europei.
Secondo gli autori dell’articolo il progressivo aumento delle temperature, collegato alla crescita dei gas serra, determinerà nei prossimi anni decisi cambiamenti nei sistemi elettrici nazionali. A cominciare dal ruolo di energivori comunitari: il riscaldamento globale farà sì che il maggiore consumo di elettricità si sposti progressivamente dal Nord Europa al sud del Continente dove, probabilmente, il picco giornaliero subirà un notevole incremento.
“È interessante notare come la risposta dei consumi elettrici alle variazioni di temperatura sia simile nei picchi (di domanda) dei paesi europei e come l’uso totale dell’elettricità sembri essere più piccolo in giorni con una temperatura massima di circa 22 ° C e aumenti quando la temperatura giornaliera cresce o diminuisce”, spiega l’autore principale Leonie Wenz del PIK. “Abbiamo usato questa caratteristica comune come base per stimare il consumo di elettricità futuro nel quadro del cambiamento climatico”.
La ricerca stima per i prossimi anni aumenti del carico medio di picco giornaliero e del consumo complessivo dell’energia elettrica nell’Europa meridionale e occidentale (~3-7% per il Portogallo e la Spagna) e notevoli diminuzioni nell’Europa settentrionale (circa meno 6% e meno 2% rispettivamente per la Svezia e la Norvegia). Nel dettaglio quando si confronta il carico di picco futuro con i valori osservati in passato, l’analisi mostra una significativa polarizzazione nord-sud in tutta Europa: da un lato il carico di punta giornaliero medio diminuisce nei paesi dell’Europa settentrionale che possiedono oggi picchi di domanda annuale durante l’inverno, dall’altro aumenta nell’Europa meridionale e occidentale (ad eccezione dell’Italia) nei paesi con gli attuali picchi estivi. Non solo. Oggi 30 dei 35 paesi studiati presentano attualmente presentano picchi di domanda annui nelle stagioni fredde. Ma con inverni più caldi ed estati bollenti, la situazione è destinata a cambiare e per 19 Paesi il carico di punta stagionale si sposterà dall’inverno all’estate.
>>Leggi tutte le notizie sull’energia di Rinnovabili.it <<
Nonostante l’impatto previsto sul consumo totale europeo sia quasi zero, i singoli cambiamenti nazionali avranno importanti ripercussioni sulla capacità di generazione di picco, sulle infrastrutture di trasmissione e sulle future scelte politiche in materia di efficienza energetica e capacità di stoccaggio.
“[…]quando fa caldo, – aggiunge il coautore Max Auffhammer – la qualità dell’aria ne risente, le persone sono più stressate, aggressive, violente e meno produttive. Tutti i settori dell’economia sono influenzati dallo stress termico, dal settore residenziale al settore commerciale, dall’agricoltura all’industria. Il principale meccanismo di adattamento disponibile per l’uomo per combattere le alte temperature esterne è raffreddare gli ambienti interni, il che richiede significativi consumi elettrici; questa aumentata richiesta di climatizzazione eserciterà pressioni sulle reti elettriche, e gli impianti di produzione e le infrastrutture di di trasmissione sono già sotto stress”.