Delusione per l’esito dell’incontro tra Capi di Stato dei Paesi UE che hanno accolto il Libro Bianco della Commissione Europea semplicemente come una buona base di lavoro
(Rinnovabili.it) – Le pressioni della Polonia sembrano aver avuto la meglio sui negoziati tra Capi di Stato dei Paesi UE, in merito alla direttiva clima energia 2030. Il Consiglio UE, riunitosi la scorsa settimana per una due giorni di negoziati sulla strategia energetico-ambientale per il decennio post 2020, si è limitato a prendere tempo ed a rinviare le decisioni importanti. Pur riconoscendo l’importanza di affrancare l’Europa dalla dipendenza del gas estero, Russia in primis, i Ventotto hanno concordato di rimandare a “non oltre ottobre 2014” la decisione finale sul nuovo quadro di riferimento comunitario.
Una decisione che ha deluso le aspettive, soprattutto quelle di quanti avevano scritto in questi giorni al Consiglio UE per chiedere maggior ambizione negli obiettivi su rinnovabili ed efficienza energetica. “Evitando di assumere posizioni chiare, – ha commentato Tony Long, direttore dell’Ufficio di Policy Europeo del WWF – i leader europei si sono ‘assicurati’ un posto di serie C nei negoziati sul clima. Così ignorano completamente la pressione dei cittadini e le loro richieste a favore di azioni più incisive sul clima. Tutto ciò rallenta fortemente la transizione dell’Europa verso una rivoluzione industriale ed economica in grado di sostenere le popolazioni e il pianeta”.
“Occorre un approccio coerente e ambizioso che richiede obiettivi legalmente vincolanti sia per la riduzione delle emissioni di gas-serra, che per le rinnovabili e l’efficienza energetica, per garantire una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio – ha dichiarato presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. L’Europa pertanto entro il 2030 deve impegnarsi a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40%”.
In questo contesto un ruolo importante spetta ora all’Italia che rappresenterà l’Europa al vertice in qualità di presidente di turno del Consiglio; la richiesta delle voci ambientaliste è che il Belpaese si attivi rapidamente per il raggiungimento di un accordo ambizioso prima del vertice. “Renzi in questo campo finora è stato un rottamatore solo a parole: la sua posizione sulla lotta ai cambiamenti climatici è troppo debole e non lascia presagire nulla di buono in vista del semestre italiano di Presidenza UE – ha aggiunto Luca Iacoboni, responsabile clima ed energia di Greenpeace Italia – in due giorni più di 15 mila persone hanno chiesto al Presidente del Consiglio un impegno concreto per obiettivi ambiziosi in favore di rinnovabili ed efficienza, ma lui ha dimostrato di essere ancora legato al passato e alla lobby delle fonti fossili. Abbiamo invece bisogno e presto de #lasvoltabuona anche per il clima”.