Rinnovabili

Da consumers a prosumers: la sfida del settore residenziale e il ruolo di quello accademico

settore residenziale prosumers
via depositphotos.com

di Luca Cioccolanti

(Rinnovabili.it) – Attualmente in Europa il settore residenziale è responsabile di oltre il 30% dei consumi finali di energia. Per tale motivo, il settore dell’edilizia gioca un ruolo cruciale nel raggiungere gli obiettivi energetici e ambientali fissati dall’UE. Per aumentare il rendimento energetico degli edifici, da alcuni anni l’UE ha definito un quadro legislativo volto a promuovere una serie di politiche mirate a rendere il patrimonio edilizio altamente efficiente e decarbonizzato entro il 2050. Grazie all’introduzione di tali normative, gli edifici di nuova costruzione presentano consumi energetici che sono oltre la metà di quelli degli edifici tipici degli anni ’80.

Nel resto del mondo, sebbene tali percentuali possano differire leggermente, l’impatto dell’edilizia nei consumi energetici globali resta sempre elevato. In linea con le azioni dell’UE, numerosi Stati hanno avviato politiche e piani strategici volti a ridurre tali consumi e a mitigare gli eventi climatici estremi che ciclicamente colpiscono città di ogni dimensione.

Al fine di evitare le catastrofiche conseguenze legate ai cambiamenti climatici che anche in questi giorni stanno interessando diverse regioni dell’Europa e del mondo, è chiaro come si renda necessario un cambio di paradigma in tutti i settori ed una penetrazione decisamente maggiore delle energie rinnovabili in sostituzione di quelli alimentate a combustibili fossili. Per vincere questa sfida volta a trasformare il sistema energetico globale in uno al 100% rinnovabile non si può prescindere dalla massima professionalità in tutti i settori ed in particolar modo in quello dell’ingegneria.

In tale contesto, il settore dell’edilizia è chiamato ad un avanzamento ulteriore attraverso una serie di misure capaci di trasformare l’attuale ruolo di consumers dei propri utenti nei cosiddetti prosumers, ovvero utenti non più unicamente consumatori ma essi stessi produttori di energia. Per realizzare questo passaggio fondamentale e dare vita ad una nuova dimensione del settore residenziale, è evidente l’importanza di una forza lavoro con competenze avanzate nell’ambito della sostenibilità ed in particolar modo delle tecnologie a fonti rinnovabili. Educare i futuri lavoratori con capacità tecniche, professionali e manageriali di alto livello allo sviluppo e alla promozione di tecnologie rinnovabili per soddisfare la domanda in modo sostenibile è tra le missioni di molti programmi universitari in tutto il mondo e da alcuni anni anche la stessa UE promuove programmi di cooperazione mirati ad accrescere le capacità del mondo accademico. Le conoscenze e le competenze acquisite a livello scolastico e universitario, infatti, non sempre si adattano alle esigenze pratiche delle industrie, allungando così il periodo di formazione dei nuovi assunti e diminuendo il conseguente potenziale impatto dei nuovi laureati.

Dato il ruolo cruciale che la questione riveste per le future generazioni, numerose sono le reti di collaborazione che sono state istituite in questi anni. Tra queste, il consorzio del progetto UE Skybelt, cofinanziato dall’UE nell’ambito del programma Erasmus+, intende migliorare le competenze e le capacità ingegneristiche nell’ambito delle tecnologie rinnovabili applicate all’ambiente costruito ad ogni livello del percorso universitario. La rete, coordinata dall’Università eCampus e che prevede il coinvolgimento di altre due Università Europee, sei Università Asiatiche e oltre 30 partners associati per lo più Cinesi, mira alla modernizzazione e all’allineamento dei programmi di studi delle Università coinvolte al fine di facilitare la diffusione delle tecnologie rinnovabili nel settore residenziale.

A tal fine, è stata inizialmente avviata un’indagine conoscitiva volta a quantificare le reali esigenze del mercato del lavoro dalla quale è emersa la necessità di figure professionali altamente competenti in grado di migliorare l’efficienza energetica e l’affidabilità delle nuove tecnologie e che siano al contempo capaci di gestire la transizione energetica mediante soluzioni ibride tradizionali-rinnovabili. L’interesse del mercato del lavoro sembra essere diversificato in una molteplicità di tecnologie ed applicazioni, mentre di primaria importanza sono risultate le competenze relative agli aspetti legati al controllo, al data analysis e all’integrazione di tali tecnologie rinnovabili con i sistemi di accumulo. Per maggiori dettagli si rimanda all’articolo di Analysis of labour market needs for engineers with enhanced knowledge in sustainable renewable energy solutions in the built environment in some Asian countries (Cioccolanti et al.) pubblicato su E3S Web of Confrences 238, 07004 (2021).

Pertanto, è evidente come le nuove figure richieste dal mercato del lavoro debbano avere competenze elevate e multidisciplinari ed essere in grado di trasformare l’edificio da sistema passivo a principale attore nel contesto delle nascenti comunità energetiche.

La sfida è da poco iniziata e il mondo universitario è chiamato a tracciarne la rotta.

Exit mobile version