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La Norvegia spinge sulle CER industriali

Il Ministero dell'Energia norvegese ha posto in consultazione una proposta normativa che consentirebbe di valorizzare condividere la produzione rinnovabile da impianti fino a 5 MW all'interno delle aree industriali

La Norvegia spinge sulle CER industriali
Foto di Christopher Burns su Unsplash

Il nuovo volto dell’Energy Sharing in salsa norvegese? Comunità energetiche rinnovabili (CER) industriali che premino la condivisione di energia solare da grandi impianti. Si potrebbe riassumere così la nuova proposta normativa presentata questa settimana dal ministro dell’Energia norvegese, Terje Aaslan. La nuova misura, oggi ancora in fase di definizione, avrebbe l’obiettivo di incentivare la produzione fotovoltaica nelle aree industriali. Come? Facilitando la condivisione di tutto il surplus non autoconsumato oltre gli attuali limiti di legge. 

Anche la Norvegia, al pari dell’Italia, ha introdotto (il 1° ottobre 2023) uno schema di condivisione energetica virtuale che consente agli utenti di condividere senza una connessione diretta la produzione elettrica da impianti rinnovabili fino a 1 MW. Il regime offre un vantaggio finanziario esentando gli utenti dalle imposte sull’elettricità e dagli oneri di rete.

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Le CER industriali della Norvegia

Il Ministero propone di estendere lo schema anche gli impianti di produzione di energia rinnovabile con una potenza installata totale fino a 5 MW. A patto che si trovino in siti di proprietà di imprese e che forniscono il surplus (virtualmente) ai consumatori locali. In altre parole una sorta di CER industriali, con confini e caratteristiche, però, ancora tutti da definire.

“Lo scopo del regime – ha spiegato il ministro dell’Energia Terje Aasland – è quello di stimolare la nuova produzione di energia rinnovabile, senza grandi interferenze con la natura e con il minor impatto negativo possibile sul sistema energetico. Riteniamo che il programma possa innescare investimenti in un gran numero di nuovi impianti [..] e allo stesso tempo possa aiutare le aziende a ridurre i costi energetici investendo nell’autoproduzione”.

Dal punto di vista del sistema energetico, sottolinea il ministero, risulta vantaggioso installare fotovoltaico in aree in cui il consumo locale può assorbire la produzione. E rappresenterebbe anche un vantaggio che la nuova generazione solare venga concentrata in aree in cui è possibile utilizzare le reti esistenti. Il governo ha messo in consultazione la proposta normativa (testo in norvegese) con l’obiettivo di poter applicare la modifica a partire dall’estate 2025.

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