Cosa cambia con il nuovo decreto sull’Energia Condivisa?
(Rinnovabili.it) – Si apre oggi, lunedì 28 novembre, la consultazione pubblica sul DM “Energia condivisa”, il decreto del Ministero dell’Ambiente riguardante i nuovi incentivi per comunità energetiche rinnovabili e autoconsumo collettivo. Un provvedimento fortemente atteso dal momento che attua una disposizione inserita nell’atto di recepimento della direttiva comunitaria REDII (il dlgs 8 novembre 2021, n. 199), che permetterebbe di consolidare la fase sperimentale avviata in Italia su cer e autoconsumo condominiale.
Le novità? Il DM amplia, ai fini dell’incentivazione, la potenza nominale massima del singolo impianto a 1 MW; e sottolinea che gli impianti di produzione e i punti di prelievo facenti parte delle configurazioni di autoconsumo condiviso debbano essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla medesima cabina primaria. Il Ministero stima di mettere a contingente, nel periodo 2023-2027, complessivamente 5 GW, al raggiungimento dei quali il decreto non sarebbe più applicabile. Salvo, ovviamente, un nuovo intervento normativo. “Considerato il carattere innovativo del provvedimento, si prevede che il referente della configurazione possa richiedere al GSE – su base volontaria – una verifica preliminare di ammissibilità dei progetti alle disposizioni del decreto“. Il Gestore avrebbe dunque 90 giorni di tempo per rilasciare un parere preliminare, suggerendo eventuali prescrizioni da seguire per garantire l’ammissibilità alle tariffe incentivanti.
Incentivi comunità energetiche e autoconsumo collettivo
Il Decreto Energia condivisa riporta specifiche tariffe per le diverse configurazioni di prosumer.
Tipologia di configurazione | Tariffa base spettante |
1. Sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili 2. Sistemi di autoconsumo individuale di energia rinnovabile a distanza senza linea diretta | 100 Euro/MWh |
3. Comunità energetiche rinnovabili | 110 Euro/MWh |
Il decreto incentivi per comunità energetiche e autoconsumo aggiunge anche alcuni fattori di correzione per il fotovoltaico. In casi di impianti solari in Regioni del Centro (Lazio, Marche,Toscana, Umbria, Abruzzo) la tariffa sarà aumentata di 4 €/MWh; nelle Regioni del Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto) di 10 €/MWh. Nel caso in cui la quota di energia condivisa fosse pari o superiore al 70% dell’energia prodotta, il decreto prevede che la quota residua di energia possa essere venduta liberamente venduta dal produttore. In caso contrario verrebbe applicata alla vendita un tetto di prezzo pari a 80 €/MWh.
Consultazione pubblica
La consultazione chiama a partecipare, entro il 12 dicembre 2022, cittadini, imprese, consumatori, tutti gli attori istituzionali e gli interlocutori di riferimento in campo ambientale. Tutti i soggetti interessati potranno inviare osservazioni e proposte all’indirizzo dgaece.div03@pec.mise.gov.it, utilizzando il Modulo di adesione alla consultazione scaricabile on line e indicando come oggetto della mail “Consultazione DM energia condivisa”.
“Sulle procedure amministrative più importanti, che richiedono processi partecipativi dei territori, chiediamo la voce dei cittadini, delle imprese, delle associazioni e di tutti gli interlocutori di riferimento al fine di acquisire in modo trasparente le osservazioni. Serve uno contributo corale“, ha affermato il ministro Pichetto. “Il Governo punta fortemente sulla crescita delle energie rinnovabili: sono una nostra priorità soprattutto in questo momento emergenziale in cui stiamo vivendo un problema con il caro energia“.