Il consorzio BIM del Po punta a divenire, in collaborazione con le altre realtà territoriali, soggetto gestore di CER
di Sergio Olivero
I Comuni il cui territorio è parte di un Bacino Imbrifero Montano (BIM) possono costituirsi in consorzi. Le aziende concessionarie di derivazioni d’acqua finalizzate alla produzione idroelettrica, che dispongono di opere di presa nel territorio dei consorzi BIM, versano un sovracanone per ogni kW di potenza nominale media. I consorzi BIM ricevono quindi risorse economiche importanti, che sono destinate ai Comuni membri per attività e servizi di valenza locale e sociale.
I Consorzi BIM sono pertanto soggetti giuridici in grado di operare come catalizzatori di processi innovativi di governance energetica territoriale. Il BIM del Po -che per manifestare il proprio committment ha sottoscritto il “Manifesto delle Comunità Energetiche” , promosso dall’Energy Center del Politecnico di Torino – ha deciso di utilizzare tale capacità di stimolo all’innovazione per favorire la nascita di Comunità di Energia Rinnovabile (CER) sul territorio dei 16 Comuni membri del Consorzio.
Con deliberazione n. 17 del 29 dicembre 2021 recante “Linee guida programmatiche per attivazione di un bando finalizzato ad incentivare investimenti comunali nell’ambito della green economy” il BIM del Po ha cofinanziato la realizzazione di impianti fotovoltaici per complessivi 250 kW di potenza installata oltre all’acquisto di otto veicoli elettrici. Per evitare il proliferare di studi scorrelati, con successivo incarico, è stata affidata al GoCER di Magliano Alpi la definizione del Piano di Azione per le Comunità Energetiche per i 16 Comuni del Consorzio.
Essendo i Comuni del Consorzio serviti da due cabine primarie di trasformazione, gli studi di fattibilità stanno progettando i business plan di almeno due CER di cabina primaria, la cui elaborazione è iniziata con la raccolta dei dati relativi ai profili di carico ed alla potenzialità di installazione rinnovabile e con l’avvio dei processi di aggregazione dei soci pubblici e privati interessati.
Il riconoscimento del progetto sperimentale “Green communities” ottenuto dalle Terre del Monviso estenderà a tutti i 29 Comuni ricompresi nell’ambito territoriale integrato di Saluzzo la partecipazione alle Comunità Energetiche.
Il livello di specializzazione e competenza tecnica necessario alla gestione delle CER suggerisce di non moltiplicare per ogni CER le strutture di management, orientandosi verso la gestione aggregata da parte di soggetti dotati delle necessarie competenze multidisciplinari.
Il BIM del Po ha quindi deciso di non fermarsi alla semplice “progettazione” delle CER, ma punta in prospettiva a divenire, in collaborazione con le altre realtà territoriali, soggetto gestore di CER: sviluppando quindi capacità di management anche per le future attività a più alto valore aggiunto: servizi ancillari, trading, sinergie con la mobilità elettrica, economie di scala, ruolo di interlocutore unico con utilities ed investitori.
E’ infatti etico ed opportuno che le CER non si limitino a fruire dei vantaggi diretti oggi disponibili (gli incentivi sull’energia autoconsumata) ma assicurino anche i benefici diretti ed indiretti futuri, creando valore per le comunità e redistribuendolo localmente per combattere la povertà energetica delle famiglie e aiutare le Piccole e Medie Imprese (PMI).
Si sta pertanto configurando su territorio una “Comunità Energetica del Territorio” (CET), definizione coniata nella pubblicazione IFEC
La CET sarà quindi l’interlocutore unico per i temi energetici di investitori e utilities e punta a governare la costruzione di scenari di investimento bancabili, inclusi quelli che beneficeranno di contributi del PNRR per i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti.
La gestione della CET necessiterà di una piattaforma IoT-AI (Internet of Things e Artificial Intelligence). La CET potrà attivare sinergie operative fra i processi di riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale e produttivo (obiettivo l’elettrificazione dei carichi termici) e di installazione di colonnine di ricarica elettrica (oggi carichi, domani parte della “batteria distribuita” rappresentato dai veicoli elettrici e dai loro punti di alimentazione).
di Sergio Olivero, Energy Center del Politecnico di Torino – Responsabile Business&Finance Innovation