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Porte aperte alle PMI nelle comunità rinnovabili italiane

In Commissione Attività Produttive la sottosegretaria al MiTE, Vannia Gava, conferma l'intenzione governativa di voler ampliare il perimetro delle CER e i limite della potenza impiantistica

comunità rinnovabili italiane
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Come cambieranno le comunità rinnovabili italiane con il recepimento della RED II

(Rinnovabili.it) – Il Ministero della Transizione Ecologica sta lavorando per ampliare il perimetro delle comunità rinnovabili italiane. Ed estendere gli incentivi anche configurazioni impiantistiche con una potenza complessiva superiore a 200 kW. La conferma arriva oggi dalla Camera, con la risposta della sottosegretaria Vannia Gava all’interrogazione dei deputati M5S

Il tema è quello delle Energy Communities, nuove configurazioni di autoconsumo rinnovabile introdotte dalla direttiva europea RED II e testate in Italia anzitempo grazie al Milleproroghe 2019. Ma tra impianto sperimentale e quadro regolatorio finale, la differenza potrebbe essere importante. Oggi la speranza è che con il recepimento della RED II nella legge italiana, si superino gli ultimi ostacoli dando un’accelerata alle nuove comunità rinnovabili italiane. Ed è proprio da questo punto che parte l’interrogazione a firma Luca Sut, Giuseppe Chiazzese, e altri deputati del gruppo M5S in commissione Attività produttive.

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I parlamentari hanno posto l’accento sulle possibili iniziative di competenza del MiTE per un recepimento della RED II orientato alla rimozione “di tutti gli ostacoli di natura normativa e amministrativa che limitano nel concreto le piccole e medie imprese nel partecipare pienamente al processo di aggregazione”.

Attualmente la normativa nazionale prevede che gli azionisti o membri (persone fisiche, condomini, piccole e medie imprese, enti locali) delle comunità energetiche rinnovabili producano, consumino e condividano energia senza che ciò costituisca per le imprese private, l’attività commerciale principale. Inoltre possono partecipare alla creazione di CER solo i nuovi impianti rinnovabili con una potenza complessiva non superiore a 200 kW; e per i quali i punti di prelievo e i punti di immissione siano ubicati su reti elettriche di BT sottese, alla data di creazione della comunità, alla medesima cabina di trasformazione media/bassa tensione (cabina secondaria). 

Limiti sostanziali che potrebbero, tuttavia, scomparire a breve. “In occasione dell’imminente recepimento della RED II – ha dichiarato Gava –  il ministero della Transizione Ecologica intende proseguire nella linea d’azione già avviata, favorita da una prima fase di accelerazione anche grazie alle ingenti risorse stanziate nel PNRR, attuando una strategia che prevede l’ampliamento del perimetro delle comunità stesse. E l’ammissione agli incentivi a impianti di potenza maggiore di quelli ammissibili nella prima fase sperimentale”.

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“Una buona notizia – spiegano Sut e Chiazzese – per tanti soggetti, come appunto le piccole e medie imprese attualmente non escluse ma di fatto interdette dai limiti di potenza raggiungibili e da altri vincoli, di costituire o partecipare a comunità energetiche rinnovabili. Il nostro auspicio è che ora si realizzi in tempi brevi questa effettiva estensione, che va incontro alla stringente esigenza di accelerare il più possibile la diffusione delle ecoenergie per raggiungere gli ambiziosi quanto urgenti obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello comunitario”.