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Comunità Rinnovabili in Italia, le nuove realtà dell’autoconsumo

Tra comunità energetiche e presumer condominiali, tra progetti avviati e iniziative pianificate, cresce la rivoluzione energetica dal basso. Legambiente censisce le nuove realtà nel rapporto 2021 sui "comuni rinnovabili"

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 I primi numeri delle comunità energetiche in Italia

(Rinnovabili.it) – Il movimento dei prosumer ha messo radici anche in Italia. Con la spinta del Milleproroghe 2020, ancor prima del testo di recepimento della direttiva UE, sono partiti i primi esperimenti nazionali di comunità energetiche rinnovabili e autoconsumo collettivo. Realtà grandi e piccole che hanno inaugurato la nuova trasformazione energetica dal basso. Legambiente le ha raccolte tutte nel suo Comunità Rinnovabili 2021 (pdf), rapporto dedicato alla piccola generazione distribuita nel territorio italiano.

Come di consueto il documento censisce gli impianti verdi attivi a livello comunale, ma per questa edizione 2021 fa capolino anche nel nuovo capitolo della democrazia energetica. Nel dettaglio, l’associazione riporta oltre 30 storie di comunità rinnovabili, esperienze differenti per dimensione, struttura e grado di coinvolgimento. Due di queste sono gli ormai celebri progetti di energy community attivati a Napoli e Magliano Alpi. A queste si aggiungeranno a breve altre 16 comunità pianificate dal nord al sud Italia. Mentre altri 7 progetti si trovano già nelle primissime fasi preliminari di realizzazione, come ad esempio la Comunità Energetica di Grottammare o quella Macerata.

Dai grandi modelli multi-stakeholder si passa all’autoconsumo collettivo su scala edificio con il progetto di Pinerolo, del primo condominio torinese, del Retail Efficiency di Venezia e dell’edilizia sociale NzeB di Prato. Tra le esperienze censite anche 15 iniziative di autoconsumo, elettrico e termico, che non rientrano dal punto di vista normativo nelle nuove configurazioni ma che rappresentano comunque un esempio dei nuovi prosumer. Come nel caso dell’Ecovillaggio Montale, complesso di abitazioni, esteso per circa 6 ettari nel territorio di Modena, dove il sole copre dall’80 al 100% del fabbisogno energetico.

“Le Comunità energetiche – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – rappresentano non solo uno strumento ideale per contribuire in modo concreto alla lotta contro la crisi climatica, ma anche uno strumento fondamentale contro la povertà energetica che oggi riguarda oltre 2 milioni di famiglie della Penisola. Inoltre rispetto ai bonus energetici previsti dal Governo, energia elettrica, gas e acqua, portano un ruolo attivo, comunitario e consapevole di chiunque entri a far parte della Comunità energetica, accelerando così anche quella necessaria campagna di informazione e formazione sui temi centrali come questi.

Tuttavia il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazionenon passa solo dalle comunità energetiche. “Queste – prosegue Ciafani – dovranno essere accompagnate da politiche di spinta di impianti da fonti rinnovabili più grandi, di dimensioni variabili in grado non solo di contribuire al bilancio energetico del nostro Paese fino al raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero nette, ma anche, associate a sistemi di accumulo, di garantire flessibilità e sicurezza alla rete, e insieme all’idrogeno verde di decarbonizzare i settori più energivori  e difficili come il settore chimico, petrolchimico, cartiere e una parte dei trasporti a lunga gittata”.