La condivisione energetica si fa sempre più strada tra le soluzioni cardine della transizione. E lo fa anche attraverso cambiamenti di paradigma come quello realizzato dall’affermazione delle comunità energetiche rinnovabili. Oggi, solo in Italia, sono più di 150 le CER attive. La trasformazione che stanno imprimendo investe le infrastrutture energetiche e le bollette, le leggi europee e nazionali e il modo di pensare il rapporto tra chi produce e chi consuma energia, passando per nuovi modi di decarbonizzare le aziende e di ripensare il rapporto tra istituzioni, cittadini e imprese.
Le comunità energetiche rinnovabili “contribuiscono ad aumentare l’accettazione pubblica dei progetti di energia rinnovabile e facilitano l’attrazione di investimenti privati nella transizione verso l’energia pulita, e allo stesso tempo, hanno il potenziale per fornire benefici diretti ai cittadini aumentando l’efficienza energetica, riducendo le bollette elettriche e creando opportunità di lavoro a livello locale, oltre a contribuire a fornire flessibilità al sistema elettrico attraverso la risposta alla domanda e lo stoccaggio”, riassume Christian Hürlimann, CEO della divisione Green Assets di MET Group.
La multinazionale energetica basata in Svizzera e attiva nei mercati del gas naturale e delle rinnovabili sta espandendo le sue attività in direzione delle CER, anche in Italia, promuovendo un modello energetico più decentralizzato, inclusivo e sostenibile.
Comunità energetiche rinnovabili, realizzare un nuovo paradigma
Un passo importante in questa direzione, MET Energia Italia l’ha compiuto lo scorso maggio con la creazione di una ESCo. La filiale italiana di MET Group pianifica di costruire impianti di generazione rinnovabile tra 100 kW e 1 MW di capacità, pensati per le CER, a partire da un budget per il 2024-25 di 5 milioni di euro. L’obiettivo principale? “Sarà offrire soluzioni innovative e su misura per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale in diversi settori industriali e commerciali, agendo in tal modo in sinergia con le nostre attività core legate alla fornitura di commodities energetiche ai clienti finali ed all’ottimizzazione del nostro portafoglio di approvvigionamento”, racconta a Rinnovabili Giuseppe Rebuzzini, CEO di MET Energia Italia.
Uno sviluppo che atterra in Italia a pochi mesi dal completamento dell’iter normativo che permette di dispiegare appieno le potenzialità delle comunità energetiche rinnovabili anche nel Belpaese. Il 24 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto CACER che ha definito le nuove le modalità di incentivazione per le CER e l’autoconsumo diffuso. A cui hanno fatto seguito, tra febbraio e aprile, le regole operative del GSE e l’apertura dei portali dedicati per la presentazione delle domande di ammissione alle tariffe incentivanti e ai contributi previsti dal PNRR per i comuni sotto i 5.000 abitanti.
A tendere, l’idea è di rendere il progetto scalabile e moltiplicare il numero di comunità energetiche rinnovabili e di investimenti. Mettendo le CER in sinergia con il resto del portafoglio. Ad esempio, costruendo le comunità con gli stakeholder locali attorno a impianti solari rooftop, in modo da iniziare a servire almeno una quota delle circa 13.000 piccole e medie imprese che gravitano attorno al gruppo. E coinvolgere fino a 5.000 famiglie nelle attività di autogenerazione diffusa. “Al momento, abbiamo realizzato circa cinquanta impianti di piccola taglia venduti a clienti finali, per qualche centinaio di kW”, dettaglia Rebuzzini.
CER, un tassello per “non lasciare indietro nessuno”
Quello delle CER diventa così un tassello che si va a inserire, sempre di più, in un panorama di crescita delle rinnovabili in Italia che nel 2023 è finalmente tornato su numeri consistenti, anche se non ancora sufficienti per tenere il passo richiesto dagli obiettivi delineati nell’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, trasmesso ufficialmente dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) a Bruxelles il 30 giugno.
L’anno scorso il Belpaese ha totalizzato 5,79 GW di nuova capacità installata rinnovabile, con una quota assolutamente preponderante (5,23 GW) dovuta allo sviluppo del fotovoltaico. E la quota maggiore dell’incremento è dovuto proprio agli impianti di taglia inferiore a 1 MW. Anche scorporando il dato degli impianti sotto i 12 kWp, ovvero quelli a cui ha più contribuito il Superbonus e che hanno registrato una crescita del 78% sul 2022 (per circa 2 GW complessivi), la quota di nuova capacità installata di piccola taglia tra i 12 kW e 1 MW è arrivata al 45% del totale.
Ma non è l’unico dato rilevante sulla crescita delle FER da considerare nell’ottica delle CER. La nuova capacità rinnovabile è distribuita in modo piuttosto uniforme lungo tutta la penisola ed è soprattutto capillare. Le rinnovabili sono localizzate in 7.891 comuni su 7.896. “Ecco perché riteniamo importante qualsiasi iniziativa che indichi la strada verso una produzione e un consumo consapevoli di energia e aiuti i cittadini responsabili ad agire. Siamo quindi felici di annunciare che oltre alla crescita delle rinnovabili, buone notizie arrivano anche dalle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali che sono state realizzate o sono in fase di progettazione”, sottolinea Hürlimann.
Alle CERS, comunità energetiche rinnovabili caratterizzate da una configurazione attenta sia all’ambiente che alla solidarietà, MET Group ha dedicato un premio insieme a Legambiente. La prima edizione del Premio CERS ha incoronato, lo scorso maggio, 5 comunità energetiche rinnovabili che intrecciano sviluppo sostenibile e sociale. Nella categoria delle CERS già realizzate, la prima piazza se l’è aggiudicata la Solar Valley – Monferrato, in Piemonte, che distribuisce equamente gli incentivi tra i soci della comunità composta da ben dieci comuni divisi in 2 province. Riservandone una parte ad attività di carattere sociale con ricadute sui territori. Attenzione agli aspetti solidali condivisa, ad esempio, anche dalla seconda classificata, CommOn Light, la comunità energetica di Ferla, nel siracusano: in questo caso, i ricavi derivanti dalla partecipazione al CER sostengono i cittadini in povertà energetica e finanziano l’installazione di nuovi impianti. Nella categoria delle CERS in progetto, invece, sono stati premiate iniziative come quella dell’isola di Ventotene, che punta a diventare completamente autosufficiente e creare nuovi posti di lavoro stabili per i giovani residenti tramite la comunità energetica rinnovabile.
“Le comunità energetiche sono innanzitutto costituite da persone che scelgono un modello più distribuito ed equo di produzione e consumo di energia. Un modello che non si esaurisce nel risparmio in bolletta ma contribuisce alla valorizzazione dei territori e delle comunità, senza lasciare indietro nessuno”, chiosa Hürlimann.