Nell'elaborato percorso della transizione energetica ognuno possiede un ruolo. Ma affinché cittadini, aziende e PA facciano la propria parte c’è bisogno di soluzioni integrate, di rapida implementazione e orientate al futuro, che accompagnino la decarbonizzazione migliorando la qualità di vita
Articolo in collaborazione con Enel X
Le soluzioni Enel X che migliorano la vita
La transizione energetica non è solo un tema da negoziati internazionali o un macro movimento guidato da obiettivi e politiche imposte dall’alto. Oggi è anche e soprattutto un processo che parte dal basso e in cui tutti, cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, possono svolgere un ruolo. Come? Facendo crescere la generazione distribuita, migliorando l’uso dell’energia, promuovendone la condivisione, preferendo soluzioni di trasporto intelligenti e amiche dell’ambiente.
Ma affinché queste azioni portino valore al singolo, alla comunità e all’intero sistema paese, è necessaria una visione ampia e integrata che sappia rispondere ad esigenze differenti con soluzioni semplici, sostenibili e convenienti. E sono proprio questi elementi – semplicità, sostenibilità e convenienza – assieme alla ricerca dell’indipendenza energetica i quattro pilastri su cui si muove oggi Enel X.
A ricordarlo è il responsabile Augusto Raggi in apertura del webinar “L’energia condivisa. Comunità Energetiche e non solo”, organizzato tramite la piattaforma di Rinnovabili.it lo scorso 23 febbraio. Il seminario ha offerto un momento di approfondimento sugli strumenti per accelerare la transizione energetica dal basso semplificandone l’accesso.
La consapevolezza dell’inevitabilità di tale trasformazione è da sempre alle base di Enel X ma oggi la società è entrata in una nuova fase di crescita, ha spiegato Raggi, con “l’ambizione di aiutare i propri clienti ad utilizzare meglio l’energia e in maniera più consapevole ed efficiente”. Strutturando un percorso verso la sostenibilità ambientale e l’indipendenza energetica.
Comunità energetiche rinnovabili, un’opportunità da non perdere
Una dei nuovi abilitatori del processo di transizione è sicuramente la comunità energetica rinnovabile o CER. Frutto della normativa europea (la direttiva comunitaria sulle energie rinnovabili RED II), le CER hanno l’obiettivo di facilitare la generazione distribuita da fonti rinnovabili in maniera diffusa e capillare sul territorio nazionale, andando a premiare aggregazioni tra consumatori e produttori di energia elettrica a livello locale.
Si tratta di una nuova configurazione nata per aprire agli utenti finali i mercati elettrici senza discriminazioni, favorendo l’energy sharing. “Storicamente – spiega Fabio Grosso, Head of B2B Italy per Enel X – lo sviluppo delle rinnovabili in un’ottica di generazione distribuita si è sempre basato sul concetto dell’autoconsumo fisico”. In altre parole si premiavano e rendevano remunerative configurazioni in cui vi era una concomitanza tra unità di produzione e unità di consumo su uno stesso sito. Un vincolo che nella pratica ha limitato parecchi soggetti; aziende ed enti locali che pur avendo superfici utili all’installazione di impianti a fonte rinnovabile, non vantavano un consumo elettrico tale da poter rendere remunerativo un simile investimento.
Oggi le comunità energetiche superano queste limitazioni puntando su una condivisione energetica “virtuale” con gli iscritti siti nel perimetro limitrofo agli impianti. E rendendola anche remunerativa. Come? Tramite valorizzazione dell’elettricità prodotta e immessa in rete e attraverso una tariffa incentivante dedicata e ventennale che va a premiare ora per ora l’energia elettrica condivisa (pari al minimo tra la somma delle immissioni e la somma dei prelievi effettuati dai componenti della CER).
L’attesa oggi è tutta sul Decreto CER, l’atto ministeriale recante i definitivi incentivi per l’autoconsumo, in sostituzione di quelli del regime sperimentale attualmente in vigore. Sono in arrivo quindi nuove tariffe con premi produttivi per zone geografiche e norme riviste, tra cui l’ampliamento fino a 1 MW di potenza per gli impianti ammessi. Per sfruttare al massimo le opportunità legate alle nuove configurazioni dell’autoconsumo e orientarsi in un mercato in continua evoluzione viene in aiuto Enel X. “Siamo convinti che le comunità energetiche rinnovabili possano essere un importante abilitatore alla diffusione delle rinnovabili ma servirà una gestione dinamica e particolarmente attenta”, ha aggiunto Grosso.
La società tende una mano a PMI, aziende agricole, centri commerciali, condomini, enti territoriali e autorità locali e li supporta nella realizzazione, gestione e crescita della comunità energetica rinnovabile attraverso un ampio portafoglio di soluzioni e servizi. Dall’attività di consulenza alla realizzazione degli impianti fotovoltaici, dalla gestione tecnico/economica delle CER al monitoraggio dello “stato di salute” attraverso piattaforme e tecnologie digitali. Assieme ad una serie di operazioni atte a mantenerla remunerativa nel tempo, anche con azioni di efficientamento energetico o interventi di elettrificazione dei consumi degli iscritti.
Un approccio ampio e integrato per portare ai clienti benefici economici e nel contempo contribuire alla protezione di ambiente e clima, migliorando la coesione sul territorio. Per le imprese ci sono ulteriori aspetti positivi. Partecipare alla transizione energetica in un momento come quello attuale, significa infatti ottenere anche vantaggi competitivi sul mercato, migliorando resilienza e reputazione.
Non solo persone e aziende ma anche comuni e città. “Il nostro interlocutore per le CER è anche il pubblico”, ha sottolineato Antonino Toro, Head of E-city Country Italia di Enel X. “Abbiamo diverse proposte per gli interlocutori pubblici relativi all’impiego di tetti o spazi inutilizzati delle amministrazioni dove realizzare impianti a fonti rinnovabili”. Impianti che poi entrano a far parte di comunità energetiche attivate direttamente da Enel X o dall’ente locale.
D’altra parte il rapporto con le amministrazioni è uno degli assi strategici della società, da sempre impegnata ad aiutare le città a reinventarsi in ottica intelligente e sostenibile. “Noi ci presentiamo alle amministrazioni con il modello della ESCo (Energy Service Company) – ha spiegato Toro – Ci occupiamo di finanziare il progetto preparato assieme alle amministrazioni stesse, di costruirlo e gestirlo nel tempo”. Un approccio che vale non solo per le CER.
Attualmente la società è il principale player a livello mondiale nella gestione dell’illuminazione pubblica, con interventi che si focalizzano sull’efficientamento tecnologico e l’implementazione di cervelli elettronici centralizzati per modulare l’intensità luminosa con l’effettivo bisogno. Un miglioramento del servizio in cui gli stessi cittadini hanno un ruolo grazie ad app gratuite che permettono di segnalare alla società problemi o guasti e ottenere interventi quasi in tempo reale.
Non solo. La società fornisce soluzioni di elettrificazione per il trasporto pubblico, di efficientamento del patrimonio edilizio e servizi basati sui dati che provengono dai sistemi satellitari per comprendere al meglio come i cittadini vivono e si spostano sul territorio. Informazioni essenziali per migliorare i servizi degli enti locali e nel contempo aumentare la qualità della vita.
E per rendere i progressi urbani facilmente misurabili la società mette a disposizione delle PA tre City index gratuiti basati sull’analisi degli Open Data: il 15 Minute City Index, un indicatore di pianificazione urbana di prossimità che concretizza il concept della Città a 15 Minuti; il Circular City Index, in grado di valutare il livello di circolarità urbana; il CO₂ City Index che permette di stimare il livello di emissioni antropiche di CO₂ per ogni micro-distretto urbano nel corso del tempo.
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