In attesa del recepimento nella legislazione italiane delle norme UE sulle comunità energetiche
(Rinnovabili.it) – Iniziare a testare le potenzialità nazionali dell’energy sharing avviando le prime comunità energetiche sperimentali. Questa, in poche parole la proposta lanciata ieri, dal palco di Key Energy 2019, da Legambiente e Italia Solare. Il punto di partenza è offerto dalla direttiva comunitaria 2001/2018 “sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”, uno degli elementi clou del Pacchetto Energia pulita per tutti.
L’articolo 22 del provvedimento introduce, per la prima volta, il concetto di comunità di energia rinnovabile, soggetto giuridico autonomo “controllato da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che appartengono e sono sviluppati dal soggetto giuridico in questione”. In altre parole, riconosce formalmente l’esistenza di forme di condivisione energetica sul territorio basate su prosumer e micro generazione distribuita. E chiede agli Stati membri di adottare misure che le favoriscano e le incentivino. Nel dettaglio la direttiva impone ai governi nazionali di assicurare che le comunità energetiche possano produrre, consumare, immagazzinare, scambiare all’interno della comunità stessa e vendere l’energia rinnovabile, accedendo a tutti i mercati elettrici appropriati, “direttamente o mediante aggregazione, in modo non discriminatorio”.
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L’Italia, come altri paesi, deve ancora completare il processo di recepimento normativo ma in attesa che i dettami europei siano inseriti in una legge nazionale, spiegano Legambiente e Italia solare, “occorre avviare interventi di questo tipo in via sperimentale”.
La proposta presentata in occasione del convegno “Comunità energetiche e prosumer” prevede di introdurre una disciplina sperimentale per alcune configurazioni previste dall’articolo 22, da applicare a clienti con minori consumi connessi alla rete in bassa tensione. Le organizzazioni chiedono che a questi clienti venga data la possibilità di associarsi per l’installazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile e di condividere l’elettricità autoprodotta. La quota di energy sharing sarà considerata nella misura in cui i clienti finali associati consumano simultaneamente alla produzione e le associazioni propongono che un’esenzione dagli oneri di sistema solo per quella parte di produzione che viene consumata istantaneamente.
“Nelle #comunitàenergetiche tutti gli attori nel territorio devono avere possibilità di intervenire. Vanno pensati nuovi sistemi per produrre e consumare energia in una situazione mutualistica, senza perdere di vista i diritti individuali degli utenti” Emilio Sani @italia_solare pic.twitter.com/XpK7Gp46m2
— Legambiente Onlus (@Legambiente) November 7, 2019
“Esprimo pieno sostegno alla proposta presentata oggi da Legambiente e Italia Solare sulle comunità energetiche – ha commentato il senatore e Presidente Commissione Industria, Commercio,Turismo, Gianni Girotto – un modello che coniuga perfettamente la necessità di aumentare la capacità di produzione rinnovabile al consumo istantaneo dell’energia prodotta, e che consente di ottenere ingenti vantaggi ambientali ed economici. Nell’ambito del Green New Deal che il Governo vuole portare avanti ritengo che tale proposta debba essere inserita tra le priorità. Non servono risorse, ma solo la buona volontà di cambiare le regole per aprire pienamente il mercato elettrico alla partecipazione dei cittadini”.
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