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Comuni rinnovabili 2018: in 3060 città, elettricità verde al 100%

Comuni rinnovabili 2018

 

 

Cresce il numero di comuni rinnovabili 2018 che insegue l’obiettivo dell’autosufficienza energetica

(Rinnovabili.it) – L’Italia della generazione distribuita e dell’energia pulita può oramai contare un rappresentante in ogni città italiana. Sono infatti oltre 7900 i comuni rinnovabili nel Belpaese, ossia quei municipi dotati di almeno un impianto alimentato a fer nel loro territorio. Ci sono ovviamente i primi della classe: 37 realtà che hanno già raggiunto una completa autosufficienza energetica grazie a sole, vento, acqua e biomassa, simbolo di un percorso ragionato di decarbonizzazione a portata di tutti. Parliamo di comuni come Occimiano, in Piemonte, dove spopolano biogas e solare, di Primiero San Martino di Castrozza, in Trentino, dove anche il geotermico dà il suo contributo o di Curon Venosta, nell’Alto Adige, in cui il mini-idro arriva a fornire quasi 8,5 MW di potenza. Ad accumunarle tutte 37, oltre ad un parco fotovoltaico ben sviluppato e al teleriscaldamento, il fatto di essere al 100% rinnovabili, sia sul fronte elettrico che termico.

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A raccontare le storie di questi municipi, modello della transizione energetica, è il nuovo Comuni Rinnovabili 2018 (pdf), il rapporto annuale di Legambiente. L’associazione ha presentato il documento stamane, in occasione del Forum QualEnergia, organizzato a Roma dal cigno verde insieme a La Nuova Ecologia e Kyoto Club, e con il contributo di Cobat.

 

Dalle pagine del dossier emerge l’impegno di chi in questi anni ha realizzato una rivoluzione a detta di molti impossibile: affidarsi completamente alle green energy ottenendo dei benefici non solo per l’ambiente ma anche per la comunità.

Traducendo il rapporto in numeri spiccioli, oggi in Italia sono ben 7.862 i Comuni in cui sono presenti impianti fotovoltaici, 6.822 quelli dotati pannelli di solare termico, 1.489 quelli che sfruttano il mini idroelettrico, 1.025 quelli dell‘eolico, 4.130 quelli delle bioenergie e 595 quelli della geotermia.

E si scopre così che oltre ai 37 comuni al 100% rinnovabili, altre 3060 città impiegano oggi unicamente elettricità sostenibile e 58 possono contare su un’energia termica “verde”. A livello regionale, invece, la Lombardia è il territorio a detenere il maggior numero di impianti a fonte rinnovabile (7.989 MW) “grazie soprattutto all’eredità dell’idroelettrico del secolo scorso”, mentre alla Puglia va il primato per le nuove fer, ossia solare ed eolico (5.056 MW su 5.388 MW totali).

 

Ma non si tratta di una strada in discesa. Negli ultimi anni il trend delle nuove installazioni è calato bruscamente e, come spiega Legambiente nel dossier Comuni Rinnovabili 2018, il calo non è dovuto solo al taglio degli incentivi, ma anche alle barriere locali. “In molte Regioni italiane è di fatto vietata la realizzazione di nuovi progetti da rinnovabili, visto l’incrocio di burocrazia, limiti posti con il recepimento delle linee guida nazionali e veti dalle soprintendenze (che spesso evidenziano una vera e propria ossessione nei confronti dell’eolico). In questi anni non vi è stata alcuna semplificazioni importante per gli interventi di piccola taglia e mancano ancora riferimenti chiari di integrazione nei territori per gli impianti più grandi e complessi. Questi ritardi sono anche la causa di paure e limiti che arrivano dai territori, troppo spesso non considerati all’interno dei processi decisionali”. Questi nodi hanno fatto sì che nel 2017 sia calato anche il contributo della produzione da rinnovabili rispetto ai consumi e siano tornate ad aumentare le emissioni di CO2.

 

“In Italia entro il 2030, dobbiamo riuscire almeno a triplicare i 20 GW installati di impianti solari e realizzare investimenti capaci di ridurre drasticamente consumi energetici e emissioni di CO2. ha dichiarato la Responsabile Energia di Legambiente Katiuscia Eroe -. Obiettivi realizzabili, come dimostrano i risultati già raggiunti dalle storie che premiamo oggi. Storie di pionieri che hanno scelto di puntare a un modello 100% rinnovabile costruito con risorse locali. Un modello che si può allargare a tutta l’Italia, dai condomini ai distretti produttivi, grazie alla nuova direttiva sulle fonti rinnovabili che finalmente consentirà anche in Italia di premiare chi si autoproduce l’energia e di aprire alle comunità energetiche. Ci aspettiamo quindi che il Governo recepisca subito queste nuove regole per permettere alle famiglie e alle imprese di ridurre la spesa energetica diminuendo le emissioni climalteranti”.

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