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I Commissari europei snobbano le rinnovabili

Miguel Arias Cañete e Maroš Šefčovič incontrano quasi soltanto lobbisti delle compagnie fossili: lo sviluppo delle rinnovabili ha poche speranze

I Commissari europei snobbano le rinnovabili -

 

(Rinnovabili.it) – Quale sarà il futuro scenario energetico europeo? Quale spazio avranno i combustibili fossili e quale le energie rinnovabili? La risposta la potrebbe suggerirla una sbirciata all’agenda dei due Commissari più impegnati nella promozione di politiche comunitarie in materia: Miguel Arias Cañete e Maroš Šefčovič.

Quello che ne emerge, purtroppo, non è un panorama incoraggiante. La stragrande maggioranza dei lobbisti incontrati dal Commissario per l’Energia e il Clima e dal vice presidente per l’Unione dell’Energia, dal momento in cui sono entrati in carica, provengono dall’industria pesante.

 

Maroš Šefčovič
Maroš Šefčovič

Cañete ha il record poco invidiabile di un 83% di incontri con le compagnie fossili, mentre Šefčovič ne vanta un 70%. Fonti vicine al Commissario per l’Energia ne prendono le difese, sostenendo che questi si è battuto a favore del clima più del predecessore, Connie Hedegaard. Ma secondo il Corporate Europe Observatory, la lista degli incontri mostra «un accesso privilegiato senza pari per le industrie più inquinanti», mentre i gruppi in difesa del pubblico interesse hanno un ruolo meramente marginale. «Il modo in cui l’UE si muoverà nei prossimi anni, sia a livello internazionale che locale, sarà la chiave per capire se riusciremo ad evitare cambiamenti climatici catastrofici. Ma Cañete &c. sono troppo vicini all’industria dei combustibili fossili per non gettarci a capofitto in un disastro climatico».

Il Commissario ha una montagna da scalare per conquistarsi la fiducia dei gruppi ambientalisti europei, dopo le notizie che hanno svelato la sua partecipazione cospicua in due società petrolifere. Se è vero che ha venduto le quote poco prima della nomina, è anche vero che nei board di entrambe siedono pur sempre i suoi consanguinei.

 

Miguel Arias Cañete
Miguel Arias Cañete

Del resto, il calendario ufficiale di Miguel Cañete parla da sé: 171 incontri hanno coinvolto i lobbisti dell’industria, 9 sono stati dedicati alle lagnanze delle ONG e altrettanti con soggetti definiti “altri”. GDF Suez, E.On ed Enel sono tra le aziende più in evidenza nelle agende dei Commissari.

Secondo Mark Johnston, senior advisor del think tank European Policy Center, «le compagnie adesso devono soltanto attendere. Se il cosiddetto capacity payment, lo schema di sovvenzioni per gli impianti a carbone, nucleare e gas, si estende in tutta l’Unione, che poi è ciò di cui Cañete e gli altri parlano esplicitamente, rallenterà la transizione energetica».

 

Il capacity payment è una forma di sussidio alle centrali più inquinanti per la potenza che potrebbero mettere a disposizione qualora la produzione delle rinnovabili fosse troppo irregolare, al fine di dare “sicurezza” al sistema. Un contributo dato dallo Stato (quindi dai contribuenti) alle compagnie fossili, per compensare i “danni” subìti a causa dello sviluppo delle energie pulite, fonti intermittenti e non perfettamente prevedibili. L’energia pulita costa meno, perciò gli impianti tradizionali vanno in perdita. Così, anche l’Europa – l’Italia già lo fa – intende cominciare a pagare le aziende per non lavorare. Il sistema elettrico è ancora imperfetto, dunque i combustibili fossili hanno un ruolo stabilizzatore nel meccanismo, ma per larga parte del tempo le centrali rimangono sottoutilizzate.