Sviluppato in Svizzera un modello previsionale in grado di tener conto anche delle incertezze nella pianificazione energetica.
Un nuovo supporto decisionale per il futuro energetico del Pianeta
(Rinnovabili.it) – I Paesi europei sono da mesi impegnati a stilare le strategie nazionali di decarbonizzazione a lungo termine. Ciò significa che i governi devono decidere oggi a quali fonti di energia dare priorità e su quali tecnologie investire, al fine di trovare il giusto equilibrio soldi spesi e risultati ottenuti. Ma progettare il proprio futuro energetico verde con una timeline così ampia non è facile.
Come spiega il Politecnico di Losanna (EPFL) in Svizzera, le decisioni strategiche si basano generalmente sulle previsioni dei prezzi del gas naturale, sui costi dell’energia solare, sulla domanda di elettricità e su centinaia di altri parametri. Chi ha il compito di pianificare il futuro energetico, inserisce tutte queste informazioni in modelli informatici atti a identificare le strategie “migliori”. Ma poiché queste previsioni si estendono per circa 20-50 anni, è facile che possano essere sbagliate, il che significa che anche l’output dei modelli è spesso sbagliato portando a decisioni politiche altrettanto errate. “Ad esempio, i Paesi Bassi hanno investito molto nelle centrali a metano, partendo dal presupposto che il prezzo del gas naturale sarebbe rimasto basso”, afferma l’ingegnere Stefano Moret, dell’EPFL e autore dello studio. “Tuttavia, le loro previsioni erano sbagliate e molte centrali sono state chiuse prima di essere messe in servizio”.
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Per evitare questi errori nel processo di pianificazione energetica, gli scienziati del Politecnico svizzero hanno sviluppato un nuovo approccio che tiene conto dell’incertezza nelle decisioni relative alla strategia energetica. Più specificamente, hanno creato un modello che utilizza un intervallo di valori per ciascun dato di input anziché una cifra impostata. “Invece di dire che il prezzo del gas naturale sarà di 3 centesimi per kilowattora per i prossimi anni, ad esempio, possiamo entrare in un intervallo compreso tra 1,5 e 5 centesimi, a seconda di come evolverà il mercato”, spiega Moret. “Ciò significa che il nostro modello può incorporare variazioni nei prezzi, nei costi e nella domanda”.
Le ricerche del team indicano che, una volta presa in considerazione tale incertezza, le strategie energetiche che fanno molto affidamento sulle fonti rinnovabili non sono necessariamente più costose di quelle dipendenti dai combustibili fossili. Lo studio è stato pubblicato sull’European Journal of Operational Research.
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