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Combustibili fossili, un amore che al G20 costa 452 mld l’anno

Il gruppo G20 dei paesi industrializzati spende per l’energia sporca 4 volte la cifra investita nelle fonti rinnovabili, nonostante le diffuse promesse di disinvestment

Combustibili fossili, un amore che al G20 costa 452 mld l’anno

 

(Rinnovabili.it) – I combustibili fossili sono stati riconosciuti come i principali responsabili del cambiamento climatico, eppure oggi giorno i Paesi del G20 spendono annualmente ben 452 miliardi di dollari per sostenere l’industria dell’energia sporca: una cifra quattro volte superiore a quella sborsata per le fonti rinnovabili. Una sperequazione ben nota che lOverseas Development Institute (ODI) ritiene però di dover sottolineare ancora volta (in un rapporto dedicato), visto l’approssimarsi di un appuntamento come la COP21 di Parigi. Il Vertice Onu sul clima ha il compito di stilare un accordo globale per limitare le emissioni climalteranti, ma nonostante le promesse d’azione fatte a parole, le politiche governative continuano a dimostrarsi molto affezionate a petrolio, carbone e gas.

 

“I governi del G20 stanno elargendo circa 452 miliardi di dollari l’anno per sostenere la produzione di combustibili fossili, nonostante le promesse fatte di eliminare gradualmente le sovvenzioni ed evitare cambiamenti climatici catastrofici”, spiega il rapporto redatto dall’ODI.

 

Il supporto fornito dai paesi industrializzati del gruppo include una serie di voci: la spesa diretta e le agevolazioni fiscali (che ammontano a un totale di 78 miliardi di dollari nel biennio 2013- 2014), gli investimenti nel settore da parte delle imprese di proprietà statale (286 miliardi) e la finanza pubblica come i prestiti da parte di banche di proprietà statale (88 miliardi).

E mentre il mercato delle energie rinnovabili va praticamente ovunque incontro a tagli e rimodulazioni degli aiuti, i combustibili fossili possono contare su un investimento costante, nonostante – spiegano gli autori del rapporto – i rendimenti decrescenti del carbone e la difficoltà nel raggiungere le nuove riserve di petrolio e gas naturale.

 

“I governi del G20 stanno pagando i produttori di combustibili fossili per minare le proprie politiche sul cambiamento climatico”, ha affermato Shelagh Whitley dell’Istituto. “Rottamare queste sovvenzioni potrebbe riequilibrare i mercati dell’energia consentendo la grid parity per le fonti pulite”.

 

Lo studio rivela anche dei dati poco conosciuti, come ad esempio che la Gran Bretagna è l’unica nazione nel gruppo del G7 ad aver aumentato in modo significativo il proprio sostegno per l’industria dei combustibili fossili. Gli aiuti maggiori all’energia sporca arrivano però dalla Cina che spende annualmente una cifra pari a 77 miliardi di dollari, seguita dagli Stati Uniti i cui sussidi nazionali ammontano a 20 miliardi l’anno. Per quanto riguarda l’Italia, noi paghiamo circa 1.2 miliardi in sussidi nazionali e 2,3 miliardi in finanza pubblica.