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Decisione storica della BEI: stop finanziamenti ai combustibili fossili

La decisione incassa il sì di Germania e Italia grazie ad un compromesso: l'estensione del termine ultimo per lo stop dal 2020 al 2021. In base alla nuova strategia, i futuri progetti energetici dovranno dimostrare di emettere meno di 250g CO2/kWh per richiedere un finanziamento

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Credits: Walter Knerr da Pixabay

Entro il 2021, i progetti sui combustibili fossili non saranno più finanziabili e, per facilitare la transizione, arrivano più fondi per le energie rinnovabili.

 

(Rinnovabili.it) – Ieri è arrivata la decisione della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) sullo stop ai finanziamenti ai combustibili fossili: il braccio finanziario europeo smetterà di finanziare progetti che fanno uso di petrolio, carbone e gas entro la fine del 2021. A precedere questa decisione è stata una lunga giornata di negoziazioni, dovute principalmente all’evidenza che la risoluzione della BEI andrà inevitabilmente a colpire l’economia europea, soprattutto rispetto ai miliardi di investimenti per i progetti di gasdotti in cantiere. Tuttavia, un compromesso, alla fine, è stato trovato, e l’istituto finanziario si prepara a diventare una “banca climatica” a tutti gli effetti.

 

I negoziati sui combustibili fossili hanno visto come loro protagonisti la Germania, di cui fino a pochi giorni fa si temeva l’astensione, e l’Italia, due dei maggiori azionisti della BEI insieme a Francia e Regno Unito. A convincere Italia e Germania è stata soprattutto l’estensione del termine ultimo per lo stop ai finanziamenti dei progetti a gas, rimandato dal 2020 al 2021 proprio per placare i paesi che desideravano maggiore flessibilità. L’estensione del limite per i progetti relativi al gas, d’altro canto, è stata fondamentale anche per garantire la benedizione della Commissione Europea, che si era opposta alla data del 2020 per poter portare avanti i propri piani sul gas naturale come combustibile di transizione. In una dichiarazione, la Commissione ha affermato di essere “soddisfatta del fatto che il Consiglio di amministrazione della BEI abbia trovato un accordo sulla transizione rispetto alla progressiva eliminazione dei progetti sul gas”.

 

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Alla fine, la nuova politica di prestiti energetici della banca è stata approvata con un sostegno molto ampio: hanno votato a favore i membri che rappresentano il 90% del capitale dell’istituto, sebbene paesi come Cipro, Estonia, Lituania e Malta si siano astenuti a causa dell’assenza di una maggiore flessibilità sui combustibili fossili. La stessa cosa è valsa per Austria e Lussemburgo, ma a causa di ciò che è stato percepito come una linea politica debole sul nucleare. In base alla nuova strategia di finanziamento e prestiti della BEI, i progetti energetici che richiedono finanziamenti dovranno dimostrare di poter produrre un chilowattora di energia emettendo meno di 250 grammi di anidride carbonica, riducendo lo standard dal precedente standard di 550 grammi.

 

Inoltre, per quanto riguarda il gas, la banca finanzierà progetti che adottano nuove tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, o combinando gas rinnovabili con gas naturale fossile. Le nuove norme, quindi, consentiranno di tenere conto di gas a basse emissioni di carbonio come biogas e idrogeno. La nuova politica della banca aumenterà anche il limite superiore dei finanziamenti previsti per i progetti energetici per i paesi a basso reddito, portandolo dall’attuale 50% al 75%, così da permettere loro di affrontare le sfide a cui andranno incontro in materia di investimenti energetici. Infine, tutti gli Stati membri saranno in grado di accedere ad un massimale di finanziamento più elevato per progetti di energia rinnovabile: secondo il piano per il 2050, saranno necessari oltre 500 miliardi di euro ogni anno per decarbonizzare l’intera economia dell’UE e la BEI sostiene che la sua nuova politica sbloccherà 1 trilione di euro di investimenti prima del 2030.

 

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“Questo è un primo passo importante, non l’ultimo”, ha detto ai Reuters il ​​vicepresidente della BEI, Andrew McDowell, che ha anche manifestato l’intenzione della banca nello stabilire uno standard internazionale su ciò che significa essere allineati alle direttive dell’accordo di Parigi. La vicepresidente della BEI, Emma Navarro, ha anche affermato ad Euroactiv che “due settimane prima della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Madrid, questa decisione invia un segnale importante al mondo: l’UE e la sua banca si impegnano a mobilitare investimenti su una scala senza precedenti per sostenere l’azione per il clima.

 

 

In risposta alla notizia della decisione della Banca Europea per gli Investimenti, Manuel Pulgar-Vidal, leader per il clima e l’energia del WWF, ha dichiarato che “l’annuncio della BEI è un esempio di ambiziosa azione per il clima. Hanno stabilito un nuovo standard globale. Tutte le altre banche, private e pubbliche, devono seguire l’esempio. Ridurre i finanziamenti per progetti inquinanti di combustibili fossili e passare a un’energia pulita rinnovabile è il minimo che dobbiamo fare per affrontare questa crisi.