(Rinnovabili.it) – Il fattore “nuove generazioni” può rappresentare la strada maestra della crescita verde italiana. Ne è fermamente convinto il ministro dell’ambiente Corrado Clini che dopo aver lanciato il primo Greening Camp torna a parlare di giovani e mondo del lavoro in occasione della conferenza del Pd sull’economia verde. E come già fatto per l’appuntamento del 31 marzo, Clini ha rilasciato un nuovo chiarimento in merito al programma straordinario per l’occupazione giovanile, il progetto con cui il governo intende sostenere l’assunzione di almeno 60.000 giovani esperti nelle imprese che operano nei settori avanzati della green economy e della protezione del territorio.
Il ministro ha infatti fatto saper di aver consegnato al Consiglio dei Ministri per l’approvazione la proposta di un incentivo fiscale a favore dei green job. La misura in questione, come peraltro già riportato da Rinnovabili.it, prevedrebbe l’applicazione di un credito di imposta a quelle imprese operanti nel campo della green economy che assumerebbero a tempo indeterminato giovani di età inferiore ai 35 anni, coprendo un biennio con un tetto-obiettivo di 30mila giovani l’anno. Ad essere interessati saranno i settori della protezione del territorio, prevenzione del rischio idrogeologico e sismico e quelli della ricerca, sviluppo e produzione di biocarburanti di seconda e terza generazione, di tecnologie innovative nel solare fotovoltaico, nel solare a concentrazione, nel solare termodinamico e nella geotermia.
A ciascuno dei giovani assunti sarà riconosciuta una dote contributiva fino al 40% del costo lordo salariale e le nuove assunzioni dovranno essere aggiuntive rispetto alla media totale degli addetti degli ultimi 12 mesi. Secondo Clini, si legge nella nota stampa, “questa misura deve essere adottata come “pilota” per altre misure analoghe finalizzate alla crescita ed alla competitività dell’economia italiana”. Calcolando unicamente l’impatto diretto della misura, si ottengono numeri importanti: dal terzo anno il saldo pubblico diventa positivo e a regime si avvicina +420 milioni/anno e ragionando in termini cumulati, l’esborso complessivo è azzerato dopo appena tre anni dal lancio della misura.