Il ministro dell’Ambiente: “in Italia si deciderà presto un quadro di incentivi e di ecotasse a favore di un’energia più pulita”
(Rinnovabili.it) – Disincentivare i combustibili fossili ed incentivare invece l’uso di fonti alternative e rinnovabili. Per il nuovo ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, la tutela e lo sviluppo delle risorse green del territorio italiano possono sposarsi perfettamente con la strategia di crescita nazionale, e determinare benefici, anche fiscali, maggiori degli eventuali costi. “Rispetto dell’ambiente e crescita economica sono due facce della stessa medaglia e si tengono insieme proprio attraverso un uso corretto della leva fiscale”, ha affermato Clini dalla conferenza “Enviromentally related taxes and fiscal reform”. Il quadro globale dipinto a Durban lega oggi Roma con responsabilità importanti, ed è da quello che il ministro è pronto a reimpostare il percorso di sviluppo del Paese. “I nuovi impegni ambientali, come quelli decisi a Durban – ha spiegato Clini – impongono in tutta Europa un sistema di penalizzazioni e soprattutto di premi per orientare produzione e stili di consumo verso l’innovazione”.
“In sede europea e in Italia si deciderà presto un quadro di incentivi e di ecotasse a favore di un’energia più pulita. La scelta spetterà ai consigli europei dei ministri che si occupano di ambiente, finanze (Ecofin) e competitività; in Italia dovranno lavorare insieme i ministeri di Ambiente, Economia e finanze, Sviluppo economico”. Ed in linea con le direttive di Bruxelles, anche per il Belpaese la parola d’ordine sarà “eco-innovazione”: vantaggi economici competitivi per quanti produrranno o consumeranno in modo rispettoso per l’ambiente ed oneri per chi al contrario non saprà innovare. E i fondi così raccolti serviranno a finanziare e incentivare l’innovazione. “Il caso dell’esenzione fiscale del 55% sull’efficienza energetica – ha continuato Clini – dimostra che il beneficio economico è maggiore del costo. Oltre al risparmio dei cittadini sulla bolletta energetica e sulle tasse, oltre alla riduzione dei costi per le emissioni di CO2, oltre al contenimento del disavanzo energetico dell’Italia, se non ci si ferma alla sola copertura dei costi, ma leggendo in chiave di conto economico il Fisco (tra Iva e Irpef generate, emersione dell’Iva, occupazione creata), incassa tre volte la spesa sostenuta”.