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La stretta di Strasburgo su clima ed energia

Le commissioni ITRE ed ENVI dell'Europarlamento hanno espresso la loro opinione sul regolamento comunitario per la governance dell'Unione dell'energia

clima ed energia

 

(Rinnovabili.it) – Nuovo voto “verde” a Strasburgo dopo l’approvazione della proposta di direttiva sulle rinnovabili REDII  e quella sull’efficienza energetica, la scorsa settimana. Oggi le commissioni del Parlamento europeo per l’industria e l’energia (ITRE) e l’ambiente (ENVI) hanno espresso la loro opinione su un altro degli elementi del Pacchetto Clima ed energia 2030: il regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia. Il provvedimento in questione serve a stabilire la base legislativa per una governance “affidabile, inclusiva, trasparente e prevedibile” che garantisca il “conseguimento degli obiettivi e dei traguardi a lungo termine fino al 2030 di un’Unione dell’energia resiliente e dell’accordo di Parigi”.

In altre parole stabilisce come gli Stati membri dovranno raggiungere i propri target su emissioni e rinnovabili.

 

Votando le relazioni dei deputati Claude Turmes e Michèle Rivasi (verdi / ALE), le due Commissioni hanno definito la posizione con cui presentarsi ai negoziati a tre. I membri del Parlamento europeo hanno adottato disposizioni che forniranno orientamenti chiave per guidare la transizione energetica. E, soprattutto, sono d’accordo nel chiedere agli Stati membri di presentare i rispettivi piani nazionali per l’energia e il clima entro il 1 ° giugno 2019, sei mesi prima rispetto quanto proposto dal Consiglio.

 

I deputati hanno anche proposto importanti modifiche nel contenuto dei piani nazionali, riguardanti le strategie per migliorare la flessibilità del sistema energetico assieme alle reti di trasmissione e distribuzione e quelle per limitare l’uso non necessario dei meccanismi di capacità. La proposta dell’Europarlamento è che vengano tracciati i progressi rispetto a obiettivi rinnovabili intermedi ogni anno, per supervisionare gli sforzi collettivi, e che si adotti un meccanismo di contromisure nel caso i progressi non siano sufficienti rispetto all’avanzamento sul target 2030.

 

“È molto positivo – commenta, a poche ore dal voto, Giles Dickson, CEO di WindEurope – che il Parlamento europeo riconosca l’importanza di anticipare la disposizione dei piani nazionali per l’energia e il clima […] Chiedere agli Stati membri di impegnarsi in una traiettoria lineare di distribuzione delle energie rinnovabili è ancora più significativo”.