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La Cina punta ancora sulle fossili: nuove centrali a carbone per 200 GW

Altro che combattere l’inquinamento atmosferico, tagliare le emissioni di CO2 e incentivare l’energia pulita: Pechino ha approvato 295 nuove centrali a carbone

La Cina punta ancora sulle fossili: nuove centrali a carbone per 200 GW

 

(Rinnovabili.it) – La Cina continua a investire nelle energie fossili più inquinanti nonostante gli obiettivi sul clima presi alla COP21. Nei prossimi mesi Pechino potrebbe installare altri 200 GW, tutti prodotti da nuove centrali a carbone. È un trend che contrasta in modo lampante con una serie di misure che il gigante asiatico ha preso di recente per combattere l’inquinamento atmosferico, tagliare le emissioni di CO2 e incentivare l’energia pulita.

L’allarme arriva da Greenpeace, che sottolinea come il settore della combustione del carbone continui ad espandersi rapidamente benché la Cina stia registrando un insolito e inaspettato rallentamento nella crescita del consumo energetico. Secondo dati ufficiali di Pechino relativi al 2015, infatti, mentre la capacità installata è cresciuta quasi dell’8% il consumo ha registrato un misero incremento dello 0,5%.

A maggio 2016 i GW di capacità termoelettrica installati sull’intero territorio erano 1.014. Per rispettare i suoi piani, la Cina dovrebbe bloccare la quota alimentata a carbone a 1.050 entro il 2020. Se si tiene conto del fatto che il carbone pesa per il 90% sul totale del termoelettrico cinese, è immediatamente chiaro che i 200 nuovi GW annunciati sforano la quota massima prefissata.

 

Oltre al mancato rispetto degli obiettivi, Greenpeace sottolinea l’incongruenza di questa politica energetica dal punto di vista della sovraproduzione. Se già oggi la capacità installata eccede di 200 GW il consumo, con i 150 mld di dollari di investimenti programmati nei prossimi 5 anni, Pechino arriverà a un surplus di ben 400 GW.

La Cina dovrebbe bloccare l’approvazione di ogni nuova centrale a carbone fino al 2018, come programmato nel piano energetico per il quinquennio 2016-2020. Entro questa data dovrebbero essere dismessi impianti per 70 GW perché obsoleti e giudicati troppo inquinanti. Ciò nonostante, solo l’anno scorso sono stati approvati 295 nuovi progetti, che valgono 200 GW. Il saldo resta fortemente positivo a dispetto di tutti gli annunci.