Rinnovabili • Rinnovabili •

Energia, la cassa conguaglio del settore elettrico non passerà al MEF

Coordinamento Free: “spostare l'onere di tali impegni nel generale perimetro della spesa dello Stato avrebbe l'effetto di ritardarne in modo imprevedibile la copertura"

Energia, la cassa conguagli del settore elettrico non passerà al MEF(Rinnovabili.it) – La Cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse) non passerà sotto il controllo del Ministero dell’Economia. L’ipotesi era spuntata fuori durante la discussione alla Camera del Ddl Stabilità con la presentazione in Commissione Bilancio di un emendamento che chiedeva, per l’appunto, lo spostamento delle risorse della Ccse nel sistema di tesoreria unica per enti ed organismi pubblici previsto dalla legge 29 ottobre 1984 n. 720, gestito dal Ministero. La proposta di modifica è stata però bocciata, con sollievo degli operatori italiani nel settore delle green energy. Il fondo infatti, alimentato dalle bollette elettriche degli italiani, viene impiegato, tra le altre cose, per erogare gli incentivi alle rinnovabili; al momento il Ccse rimarrà un ente pubblico sottoposto alla vigilanza dell’Autorità per l’Energia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

Soddisfatto il Coordinamento Free che poche ore fa aveva così commentato la notizia: “L’emendamento 34.2 al Ddl Stabilità, in discussione al Parlamento e forse già ritirato in questo momento, prevede il passaggio della Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico, nella quale confluiscono circa 14 miliardi di euro all’anno di risorse, provenienti direttamente dalle bollette delle famiglie ed imprese italiane, sotto il controllo diretto del Ministero dell’Economia. Questa operazione è stata incredibilmente giustificata sulla stampa da Riccardo Nencini come utile a rinvenire risorse aggiuntive fresche ed immediatamente disponibili per destinazioni che il Governo potrà indicare, senza alzare le tasse agli italiani”. Ma ricorda Free “spostare l’onere di tali impegni nel generale perimetro della spesa dello Stato avrebbe l’effetto di ritardarne in modo imprevedibile la copertura con immensi danni ad un settore che vive di rapidità e di certezza”.