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La capacità da fonti rinnovabili è quadruplicata negli ultimi 10 anni

Pubblicato il report dell'ONU sul decennio 2010 - 2019: la nuova capacità installata di rinnovabili ha attirato investimenti per quasi 2,6 mila miliardi di dollari, trainati soprattutto dal settore fotovoltaico.

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Credit Kenueone / Pixabay

“In molti Paesi del mondo, le fonti rinnovabili sono l’opzione più economica per la produzione di elettricità”

 

(Rinnovabili.it) – La capacità installata di fonti rinnovabili è quadruplicata negli ultimi 10 anni con un investimento globale che dovrebbe sfiorare i 2,6 mila miliardi entro la fine del 2019: questi i numeri che emergono dal report delle Nazioni Unite Global Trends in Renewable Energy Investment appena pubblicato in collaborazione con la Frankfurt School-UNEP Collaborating Centre for Climate & Sustainable Energy Finance e BloombergNEF.

 

Tra il 2010 e la fine del 2019, la capacità installata di fonti rinnovabili (esclusi i grandi impianti idroelettrici) è passata da 414GW agli stimati 1.650GW. Il solo comparto solare e fotovoltaico ha conosciuto una vera e propria crescita esponenziale passando dai 25GW di 10 anni fa agli attuali 663GW installati a livello globale, attirando allo stesso tempo quasi la metà degl’investimenti in rinnovabili (1,3 mila miliardi di dollari sui 2,6 complessivi).

 

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Includendo tutte le principali fonti di generazione elettrica (sia fossili che rinnovabili), il decennio 2010-2019 ha visto un totale di 2.366GW di nuova capacità installata, con il fotovoltaico a ricoprire il ruolo di tecnologia trainante (638GW aggiunti), seguito dal carbone (529GW), dall’eolico (487GW) e dal gas naturale (438GW).

 

Anche la competitività in termini di costi delle energie rinnovabili è aumentata notevolmente nel corso del decennio. Dal 2009, il costo livellato dell’elettricità (una misura che consente il confronto di diversi metodi di generazione di elettricità su base costante) è calato dell’81% per il fotovoltaico e del 46% per l’eolico onshore.

 

La Cina è stato il Paese che ha investito di più in rinnovabili nell’ultimo decennio con oltre 758 miliardi di dollari tra il 2010 e la prima metà del 2019, seguita dagli Stati Uniti (356 miliardi) e il Giappone (202 miliardi). L’Ue, considerata come una singola entità, ha speso complessivamente 698 miliardi di dollari in nuova capacità rinnovabile installata, con Germania (179 miliardi) e Regno Unito (122 miliardi) tra i principali contribuenti.

 

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Nel solo 2018, le fonti rinnovabili hanno prodotto il 12,9% della generazione elettrica mondiale, in crescita rispetto all’11,6% dell’anno precedente: un incremento che ha permesso di evitare circa 2 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2.

 

Lo scorso anno, l‘investimento mondiale in nuova capacità da rinnovabili ha toccato quota 272,9 miliardi di dollari (il triplo rispetto agl’investimenti nelle fossili) con la Cina ancora principale investitore (88,5 miliardi di dollari spesi in nuove installazioni; in calo del 38% rispetto al 2017 a causa dell’improvviso taglio dei sussidi deciso da Pechino).

Il report dell’ONU registra una più diffusa tendenza ai grandi investimenti in tutto il mondo, con 29 Paesi capaci di spendere oltre 1 miliardo di dollari ciascuno in nuova capacità da fonti rinnovabili (erano “solo” 25 le nazioni che hanno speso la stessa cifra nel 2017, 21 nel 2016).

 

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La crescita delle rinnovabili, da sola, stenta a invertire completamente la rotta impostata da decenni di sviluppo delle fossili: il report spiega, infatti, che tra il 2010 e il 2019 le emissioni di gas serra prodotte dal settore energetico sono aumentate del 10%. Un trend da invertire il prima possibile se si vogliono raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’Accordo di Parigi.

 

“Negli ultimi anni, i forti cali del costo dell’elettricità da eolico e solare hanno trasformatole scelte dei decisori politici – ha spiegato Jon Moore, Amministratore delegato di BloombergNEF (BNEF) – Queste tecnologie sono sempre state a basse emissioni di carbonio e relativamente veloci da costruire. Ora, in molti Paesi del mondo, l’eolico o il solare sono l’opzione più economica per la produzione di elettricità”.

 

“Sappiamo che le energie rinnovabili hanno senso per il clima e per l’economia. Tuttavia non stiamo investendo abbastanza per decarbonizzare la produzione di energia, i trasporti e il calore in tempo per limitare il riscaldamento globale a 2°C o preferibilmente a 1,5°C – ha commentato Svenja Shulze, Ministro tedesco dell’Ambiente intervenuto alla presentazione del report –Se vogliamo assicurare un futuro sostenibile, dobbiamo fare molto di più in termini di creazione di un ambiente e di infrastrutture abilitanti alla regolamentazione che incoraggino gli investimenti nelle energie rinnovabili”.

 

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