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In California la siccità si combatte con le rinnovabili

California la siccità si combatte con le rinnovabili_

 

(Rinnovabili.it) – La California è avvolta in una spirale autodistruttiva da cui può uscire in un solo modo: utilizzando terreni, serbatoi e laghi artificiali delle 7 mila utilities che gestiscono il servizio idrico e quello delle acque reflue per produrre energia da fonti rinnovabili.

Lo sostiene un nuovo rapporto, Clean Energy Opportunities in California’s Water Sector, scritto da Juliet Christian-Smith e Laura Wisland dell’UCS (Union of Concerned Scientists). Le due ricercatrici si concentrano principalmente sul 20% di energia elettrica che in California viene consumata dal settore idrico.

 

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La siccità californiana dura ormai da 4 anni, ed è stata innescata dall’aumento delle emissioni di CO2 e da una loro concentrazione al largo della costa ovest. Con la siccità aumentano ulteriormente i gas in atmosfera. L’acqua a disposizione degli impianti idroelettrici scarseggia, e la produzione si è dimezzata. Presto i 19 impianti di dissalazione proposti della California cominceranno a produrne in quantità, ma c’è un problema: necessitano di circa 2.800 GWh all’anno di energia per funzionare. Inoltre, con l’impoverimento delle falde, le agenzie che gestiscono il servizio idrico hanno dovuto pompare acqua da profondità maggiori. In ciascuno di questi casi si deve spendere energia, che si ricava soprattutto dai combustibili fossili. Un fatto che, oltre a peggiorare la concentrazione di gas serra, espone i clienti alla volatilità dei prezzi.

Un esempio nuovo e più sostenibile è quello dell’agenzia idrica di Sonoma County, che ora è “carbon free” grazie al suo ampio utilizzo di energia solare e idroelettrica. Significa che non vengono bruciati combustibili fossili per fornire i servizi idrici, dalla raccolta alla depurazione, dalla distribuzione al trattamento dei reflui. Investire nelle fonti di energia pulita e rinnovabile, per i servizi idrici significa facilitare la creazione di nuovi flussi di reddito, proteggere i clienti dalla volatilità dei prezzi dell’energia elettrica e migliorare gli sforzi dello Stato per ridurre l’inquinamento del riscaldamento globale.

 

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Si tratta di soluzioni praticabili, che purtroppo non basteranno a risolvere però il problema principale della California. Non potranno infatti far nevicare sulla Sierra Nevada, non più imbiancata come da tradizione in questo periodo. Il fiume Truckee, che porta la vita alla maggior parte della grande bacino della California, è quasi vuoto. Il governatore, Jerry Brown, lo ha detto all’inizio del mese: «Siamo in piedi su un manto di erba secca mentre qui dovrebbe esserci un metro e mezzo di neve». Subito dopo, è stato investito da una marea di critiche per aver imposto alle comunità un taglio dei consumi idrici del 25%, esentando contemporaneamente le compagnie di fracking, che ne hanno utilizzata (e inquinata) circa 250 milioni di litri nel 2014. La situazione è tale che, secondo un esperto del NASA Jet Propulsion Laboratory, le riserve di acqua possono esaurirsi entro un anno.

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