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Brasile: la Banca di Sviluppo lascia (quasi) le fossili per il solare

La BNDES annuncia di non voler più finanziare le centrali a carbone e a petrolio per favorire l’energia pulita. Ma, per ora, non si tratta di un disinvestimento reale

Brasile: la Banca di Sviluppo lascia (quasi) le fossili per il solare

 

(Rinnovabili.it) – Il nuovo indirizzo preso dal Brasile in fatto di sostegno al fotovoltaico sembra aver contagiato anche il più grande istituto finanziario dell’America Latina. La Banca di Sviluppo brasiliana (BNDES) ha annunciato che non finanzierà più progetti di nuove centrali a carbone o alimentate ad olio combustibile, per favorirgli invece l’energia solare.

 

Nelle nuove linee guida pubblicate all’inizio di questa settimana, l’Istituto bancario detta le sue nuove regole: stop a tutti i finanziamenti per gli impianti termoelettrici a carbone e petrolio, riduzione del credito alle nuove centrali a gas naturale e diminuzione del sostegno finanziario all’idroelettrico (dal 70% al 50% dell’investimento richiesto).

Nel corso di una conferenza stampa il capo della sezione Infrastrutture e Sostenibilità della BNDES, Marilene Ramos ha dichiarato che la nuova politica è stata adottata a causa di due fattori principali: le risorse limitate della banca, che costringono l’istituzione a scegliere con più attenzione dove mettere i suoi soldi, e la volontà del governo di agire secondo l’impegno preso con l’accordo di Parigi. In realtà, almeno per ora si tratta più di un segnale politico che di un vero disinvestimento, dal momento che i prestiti accordati a carbone e petrolio tra il 2013 e il 2015 andranno inevitabilmente avanti.

 

E non si può non notare come la decisione di ridurre il tasso all’idroelettrico sia direttamente legata alle ampie e inevitabili critiche che la banca ha ricevuto per il suo supporto finanziario alle mega dighe. Durante l’amministrazione di Dilma Roussef, l’istituto ha infatti utilizzato le risorse del Tesoro per rendere possibile la realizzazione di veri e propri mostri, come la diga idroelettrica da 10 miliardi di dollari di Belo Monte, in Amazzonia. Purtroppo chiudere completamente i rubinetti al settore idroelettrico sembra un’opzione ancora lontana, visto i pesanti interessi in gioco.

 

Per assicurasi un maggiore favore, però, la BNDES ha promesso di dare ampio spazio ai progetti a base di energia pulita, fotovoltaico in primis. I progetti solari potranno ottenere fino all’80% degli investimenti necessari alla loro realizzazione a tassi agevolati. L’efficienza energetica e le altre fonti rinnovabili come l’eolico e la biomassa, avranno tassi invece dell’80% e 70%.

 

“Le misure hanno lo scopo di contribuire ad aumentare le fonti energetiche alternative nel mix brasiliano, dirigendo gli investimenti a progetti con ritorni sociali ed ambientali elevati”, ha fatto sapere la BNDES in un comunicato stampa.

 

Secondo i dati di Bloomberg New Energy Finance, l’istituto finanziario ha approvato fino ad oggi quasi 25.9 miliardi di dollari in prestiti diretti a progetti di energia pulita, più di ogni altra organizzazione al mondo. Tuttavia ci sono anche dei contro. La banca opera nel settore dell’energia elettrica prestando denaro con un tasso d’interesse speciale, inferiore a quello di mercato, per i progetti che sono in parte o completamente Made in Brazil. L’obiettivo è quello di stimolare le imprese nazionali ma la portata di tali operazioni negli ultimi anni è stata tale da ritenere che abbia contribuito alla attuale crisi fiscale del Brasile.